IV domingo de Advento
Il testo evangelico è anzitutto celebrazione dell’accoglienza: Elisabetta riconosce in Maria colei che ha accolto la Parola di Dio credendo al suo compimento (v. 45); Maria canta Dio come Colui che l’ha accolta nella sua piccolezza rivolgendole uno sguardo di amore e di elezione (v. 48); nella visitazione, Maria ed Elisabetta si accolgono reciprocamente riconoscendo ciascuna l’azione che Dio ha compiuto nell’altra: la sterile è rimasta incinta e la vergine ha concepito per opera dello Spirito santo. E dietro all’anziana Elisabetta resa feconda vi è anche l’accoglienza delle preghiere di Zaccaria, suo marito, da parte di Dio (cf. Lc 1,13). Il mistero della fecondità è un mistero di accoglienza.
La vita che Maria ha accolto nel proprio grembo diviene inabitazione di Cristo in lei. Questo mistero di maternità ha una valenza spirituale. La preparazione della via del Signore, così importante in Avvento, si declina come preparazione del proprio corpo e del proprio cuore all’inabitazione del Signore grazie all’ascolto della Parola di Dio. Maria è figura del credente che genera in sé il Cristo grazie all’ascolto di tale Parola. Agostino ha potuto scrivere che Maria concepì il Figlio di Dio “nello spirito prima che nel corpo” (Discorso 215,1). E Gesù dirà: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21).