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Ascensão do Senhor

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GIOTTO, Ascensão
GIOTTO, Ascensão
Domingo, 5 Junho de 2011
Reflexões sobre as leituras 
de
LUCIANO MANICARDI
A figura de Mestre que o Evangelho constrói, na esteira de Jesús de Nazaré, que é, ao mesmo tempo, Mestre e matéria de ensino, é também de uma testemunha: não se pode ensinar o Evangelho sem o viver.

domenica 5 giugno 2011

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

Gesù, che “è stato assunto fino al cielo” (At 1,11), che il Padre “fece sedere alla sua destra nei cieli” (Ef 1,20) e che da Dio ha ricevuto “ogni potere in cielo e in terra” (Mt 28,18), fa della sua assenza fisica una presenza invisibile, una compagnia nei confronti dei suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). L’esito del dono della vita per i suoi amici, gli uomini, è l’essere con loro per sempre, in modo misterioso, ma reale.

“Là dove ci ha preceduto la gloria del capo, è chiamata altresì la speranza del corpo”, afferma Leone Magno a proposito dell’ascensione (Sermo 73,4). E la seconda lettura parla espressamente della speranza dischiusa dalla vocazione cristiana, dal Cristo risorto e asceso al cielo (cf. Ef 1,18); speranza escatologica, ma che inserisce pienamente nella storia i cristiani chiamandoli alla testimonianza in forza dello Spirito santo (I lettura); speranza retta dalla vicinanza e dalla compagnia del Risorto nei confronti dei discepoli che si vedono così sostenuti nel loro impegno quotidiano di servizio al vangelo (vangelo).

Il vuoto lasciato dall’ascensione di Gesù deve essere colmato dalla testimonianza (cf. At 1,8) e dall’insegnamento (cf. Mt 28,20) dei discepoli. Le due cose sono distinte, ma anche strettamente connesse. Insegnare significa fare segno (in-signare), dare simboli e chiavi ermeneutiche della realtà. Insegnante credibile è colui che vive in prima persona ciò che insegna e che vive di ciò che insegna. O almeno, cerca di farlo. La figura di maestro che il Vangelo costruisce, sulla scia di Gesù di Nazaret che è al tempo stesso maestro e insegnamento, è anche quella di un testimone: non si può insegnare il Vangelo senza viverne. Il Vangelo, infatti, è il comando lasciato dal Signore ai suoi: “Insegnate … tutto ciò che ho comandato a voi” (Mt 28,20).

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