XVI domingo do tempo comum
Quando Gesù sbarca per andare anch’egli nel luogo in disparte con i discepoli, vede la numerosa folla che li aveva preceduti a piedi e “ne provò compassione perché erano come pecore senza pastore” (Mc 6,34). Fondamento dell’azione pastorale di Gesù è la compassione. Come aveva visto il bisogno dei suoi discepoli, ora Gesù vede il bisogno delle folle e non le respinge, non le manda via, quasi che fossero un ostacolo a ciò che egli stesso aveva progettato. Gesù vede la fame che hanno di parola di Dio e “cominciò a insegnare loro molte cose” (Mc 6,34). Da possibile fastidio che impedisce il riposo previsto, le folle diventano magistero per Gesù, proprio nel loro bisogno, nella loro povertà. Gesù accetta di mutare il proprio progetto, di lasciarsi scomodare, e si impegna nella faticosa predicazione. La base della predicazione e dell’insegnamento evangelico non può che essere la compassione. Altrimenti anche questa attività si muterà in esercizio accademico e dimostrazione di potere.
Lo sguardo del pastore Gesù è abitato dalla luce della parola di Dio: così egli sa vedere nella folla non un intralcio, ma un’occasione per obbedire alla parola della Scrittura che chiedeva che il popolo non fosse un gregge senza pastore, ma avesse una guida (cf. Nm 27,15-17). Ed è questa obbedienza che, mentre rende Gesù stesso una pecora fedele al Dio “pastore d’Israele” (Sal 80,2), lo abilita anche a esercitare un ministero di guida, di pastore. L’Agnello è il Pastore!
LUCIANO MANICARDI
Comunità di Bose
Eucaristia e Parola
Testi per le celebrazioni eucaristiche - Anno B
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