Domenica delle palme e della passione del Signore
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Commento all'Evangelo
di ENZO BIANCHI
Gesù ha vissuto la propria fine nella libertà: avrebbe potuto fuggire prima che gli eventi precipitassero
domenica 5 aprile 2009
Il racconto della passione di Gesù, che la liturgia oggi ci propone accanto a quello dell’entrata festosa di Gesù in Gerusalemme (Mc 11,1-10), occupa quasi un quinto dell’intero vangelo secondo Marco; non potendo dunque farne un commento puntuale, mi limiterò a uno sguardo d’insieme che ne evidenzi gli elementi principali.
Questa narrazione mette alla prova il nostro sguardo di fede su Gesù: siamo quasi costretti a patire lo scandalo e la follia della croce (cf. 1Cor 1,23), siamo posti di fronte all’esito fallimentare della vita Gesù. Colui che è passato in mezzo alla sua gente facendo il bene (cf. At 10,38), curando i malati e talvolta guarendoli, e costringendo il demonio ad arretrare; colui che, quale “profeta potente in opere e in parole” (Lc 24,19), ha attirato a sé le folle fino a entrare nella città santa tra acclamazioni trionfali; colui che è riuscito a radunare intorno a sé una comunità itinerante di uomini e donne; quest’uomo, Gesù di Nazaret, conosce una fine impensabile, la sua vita approda a una morte fallimentare. Ogni lettore attento del vangelo, ogni discepolo non può che essere profondamente turbato da tale esito…