Vendredi saint
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E proprio mentre Pietro rinnega, Gesù è interrogato dal sommo sacerdote. Nel quarto vangelo c’è simultaneità tra l’interrogatorio di Gesù da parte dell’autorità suprema del giudaismo, il sommo sacerdote, e l’interrogatorio di Pietro da parte di una povera portinaia. Quando il sommo sacerdote interroga Gesù, egli risponde soltanto: «Io ho parlato apertamente, non ho detto nulla di nascosto. Interroga quelli che mi hanno ascoltato, essi sanno ciò che ho detto». Ora, questa è una risposta al sommo sacerdote, ma è anche l’unica risposta che Gesù dà a Pietro. È come se dicesse: «Interroga i miei discepoli, interroga Pietro che è qui. Pietro e i miei discepoli sanno ciò che ho detto». Gesù non condanna Pietro, non lo rimprovera neanche: lo richiama in questo modo alla vocazione di ascoltatore della sua parola, e dunque gli rinnova la vocazione. «Interroga quelli che hanno ascoltato, interroga i miei discepoli»: queste parole dette da Gesù al sommo sacerdote si avvereranno presto, come ci testimoniano gli Atti degli apostoli. Infatti lo stesso Caifa, nei mesi successivi, dopo la Pentecoste, interrogherà proprio Pietro e Giovanni (cf. At 4,1-22), colui che qui è forse l’altro discepolo presente nel cortile del sommo sacerdote. Il vangelo secondo Luca aggiunge che, alla fine del rinnegamento, Gesù si voltò e fissò lo sguardo su Pietro (cf. Lc 22,61), fece cioè la stessa cosa che aveva fatto al momento della vocazione, quando aveva fissato lo sguardo su di lui e lo aveva chiamato. Ecco, Gesù risponde a Pietro rinnovandogli la vocazione, perdonandogli, rimettendolo al suo posto, anche se la roccia aveva rinnegato. Allora un gallo canta, in ricordo delle parole profetiche dette da Gesù a Pietro.
Segue la risposta data da Gesù ai sommi sacerdoti e agli avversari, una risposta che anche in questo caso è una domanda. Che cosa ha da dire Gesù a chi lo ha fatto arrestare e lo vuole trascinare al supplizio della croce come maledetto da Dio e dagli uomini, come bestemmiatore? Soltanto una parola: «Se ho parlato male, testimonia circa il male; se invece ho parlato bene, perché mi percuoti?». È la risposta a una guardia che lo ha percosso, ma è la risposta a tutti gli avversari. Gesù non ha nient’altro da dire. Le parole di Gesù nella passione secondo Giovanni – che per altro vuole essere una dossologia, un racconto di gloria, a differenza dei sinottici – sono parole di una estrema semplicità: «Se ho parlato male, testimonia circa il male; se invece ho parlato bene, perché mi percuoti?».