Synthèse de tous les exposés du XXIe Colloque
Les âges de la vie spirituelle
XXIe Colloque œcuménique international
de spiritualité orthodoxe
en collaboration avec les Églises Orthodoxes
XXIe Colloque œcuménique international
de spiritualité ortodoxe
en collaboration avec les Églises orthodoxes
LES ÂGES DE LA VIE SPIRITUELLE
Monastère de Bose, mercredi 4 - samedi 7 septembre 2013
ENZO BIANCHI
Introduzione al Convegno
Il priore del Monastero di Bose e presidente del Comitato scientifico del convegno introduce i lavori rivolgendo saluti alle delegazioni delle chiese presenti in sala. Di seguito si dà lettura di alcuni dei messaggi augurali rivolti dai capi delle chiese ai partecipanti al convegno.
+ IOSIF DI PATARA
Vita spirituale e unità dei cristiani
Partendo dalla premessa che il cristianesimo è manifestazione di Dio che è amore, e che la vita spirituale cristiana, in quanto “vita in Dio”, è guarigione dell’umana capacità di amare, si può arrivare a comprendere che l’unione visibile dei cristiani è un processo che attiene necessariamente alla loro maturazione spirituale, come a quella delle istituzioni di cui fanno parte: «L'amore ci rende uno: uno con Dio, uno in noi stessi, uno con gli altri. L'unità dei cristiani è fatta dall’amore, nell’amore e per amore. Senza amore vero non ci sarà mai l'unità. Con l’amore di Cristo, però, sarà possibile, sarà realtà!».
MICHAIL ŽELTOV
Il battesimo, fonte della vita in Cristo
Il sacramento del battesimo, impartito in nome della Trinità attraverso una triplice immersione, realizza la morte al peccato e la nuova nascita del credente, integrandolo nel “corpo di Cristo”, la Chiesa. Il dono dello Spirito, all’opera nel battesimo, è sigillato attraverso il santo crisma, impartito subito dopo il battesimo e ad esso inscindibilmente legato. Nella Chiesa solo coloro che sono stati immersi nel battesimo e unti con il crisma sono in grado di accedere alla mensa dell’eucaristia, il principale sacramento, e a tutti gli altri sacramenti. Costoro costituiscono un “sacerdozio regale” e sono “tempio dello Spirito santo” perché la loro intera vita deve divenire un’offerta santa elevata a Dio. Nella prospettiva cristiana solo questa vita auto-sacrificale si riempie di profondità e di senso.
ANDREJ DESNICKIJ
Un’interpretazione biblico-patristica
della vita di Mosé come cammino spirituale
La Vita di Mosé di Gregorio di Nissa è un ottimo esempio dell’esegesi biblica attualizzante praticata dai padri della chiesa: più che informazioni sul passato, il lettore è invitato a trovarvi indicazioni pratiche per il suo agire. La vita del profeta Mosè diventa un cammino esemplare di purificazione: l’uomo deve rifiutare le concezioni fallaci, le percezioni sensoriali e perfino le sue costruzioni mentali, per giungere ad accogliere con cuore puro e mente illuminata la misteriosa visione di Dio. La natura di Dio è inattingibile, ma l’uomo è chiamato a cercarlo continuamente, e quanto più tende lo sguardo, tanto più è forte in lui il desiderio di vedere di più: la “perfezione” sta in un movimento continuo e senza limite.
PETROS VASSILIADIS
“Alla misura della maturità di Cristo” (Ef 4,13):
il sostrato biblico della spiritualità cristiana
La pericope di Ef 4,7-13 riassume gli stadi della maturità spirituale secondo una prospettiva squisitamente ecclesiologica. Per comprendere questo testo ci si riferisce al sostrato biblico complessivo della spiritualità cristiana, mostrando come essa si sia evoluta dall’impostazione “etico-comunitaria” originaria, già propria dei profeti (che richiamavano le esigenze fondamentali della Legge e dell’alleanza) e poi di Gesù e della chiesa primitiva, a quella “ecclesiologica” introdotta da s. Paolo (che costituisce una variante meno radicale della prima), fino a quella “terapeutica”, sviluppatasi solo a partire dal III sec. con Origene e la scuola alessandrina, e influenzata parzialmente dalla filosofia neoplatonica, la quale si allontana non poco dall’impostazione biblica. Quest’ultima forma di spiritualità, a tendenza individualistica, è storicamente legata alla nascita e allo sviluppo del monachesimo, che però – occorre dire – non ne è rimasto prigioniero, soprattutto grazie all’insegnamento di alcuni Padri della chiesa, che hanno permesso di comprenderlo in modo autenticamente “ecclesiale” fino a integrarlo a pieno nella vita della chiesa.
ANDREW LOUTH
“D’inizio in inizio”: il progresso spirituale infinito in San Gregorio di Nissa
Nel quadro generale della dottrina del progresso spirituale (epéktasis) caratteristica del pensiero di Gregorio di Nissa, qual è il significato dell’espressione “Di inizio in inizio”, tratta dall’Omelia 6 sul Cantico dei Cantici? La vita spirituale, alla luce di questo testo, appare come un progresso che non ammette fine perché in essa si tratta sempre di mantenere e ritrovare un contatto con Dio, Inizio e Principio (arché) di tutto ciò che è autentico e buono: creazione, redenzione e divinizzazione. Passare “di inizio in inizio” per il cristiano significa rinnovare incessantemente il suo contatto con Dio.