XVI domingo do Tempo Comum
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Reflexões sobre as leituras
de LUCIANO MANICARDI
Não basta servir, temos também de ser servos: Maria, estando aos pés de Jesus, deixa-se imbuir pela sua palavra, tornando-se serva
21 luglio 2013
Riflessioni sulle letture
di LUCIANO MANICARDI
Anno C
Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42
Il ministero e il mistero dell’ospitalità: questo il tema su cui prima lettura e vangelo orientano la riflessione. Ministero in quanto servizio, diaconia verso il pellegrino, il senza casa, il bisognoso; mistero perché, come appare dalla prima lettura, l’accoglienza dello straniero diviene theoxenía, accoglienza di Dio stesso (cf. Eb 13,2). Accogliere lo straniero significa aprirsi alla rivelazione di cui egli è portatore. Ospitare è creare uno spazio per l’altro e dare del tempo all’altro. È condividere la propria casa e il proprio nutrimento. Più in profondità, ospitare significa fare di sé uno spazio per l’altro attraverso l’ascolto. Maria che ascolta la parola di Gesù è immagine di un’ospitalità che non si limita ad accogliere nelle mura di una casa, ma che fa della persona stessa una dimora per l’altro.
La tradizione cristiana interpreta il passo di Gen 18,1-15 in senso trinitario: la raffigurazione iconografica di questa scena (la philoxenía, “l’ospitalità”), sottolinea il farsi ospite di Dio che viene accolto da Abramo, ma anche l’ospitalità che Dio offre all’uomo in seno alla propria vita divina. La vita intratrinitaria è movimento di ospitalità reciproca: l’uno è riconosciuto e accolto dall’altro. E questo è vero del credente che si sa accolto da Dio in Cristo: “accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo accolse voi” (Rm 15,7). Una cultura dell’ospitalità è oggi un’urgenza profetica che contesta le logiche del “mio” e del “tuo” che creano diffidenze e fanno dell’altro un nemico, un hostis, invece che un ospite, un hospes. Colui che mi ospita mi consente di accogliermi con la sua accoglienza. Mi dà vita. Una vita che non è estranea alla divina ospitalità che attraversa i rapporti tra le persone della Trinità.
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