Conférence du métropolite Elpidophoros Lambriniadis
La santa Scrittura può essere considerata come una lettera personale inviata da Dio a ciascun cristiano. È la Parola di Dio salvifica e redentrice. Il Dio onnibenevolente, nella sua condiscendenza, raggiunge l’orecchio del credente e gli rivela i propri segreti per il suo progresso spirituale. Se qualsiasi libro dà delle informazioni, le sante Scritture trasmettono invece una trasformazione, essendo per l’essere umano che le riceve una trasfigurazione. Dio ci rivela la sua volontà attraverso le sante Scritture. Il Figlio unigenito, la Parola di Dio, la seconda persona della santa Trinità, “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) per la nostra salvezza. Il nostro Signore Gesù Cristo, “il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18) e ci ha fatto conoscere suo Padre. Il Figlio e Parola di Dio si è incarnato ed è entrato nella storia umana al fine di trasfigurare il mondo; ha inaugurato il suo regno per la salvezza della creazione da lui amata; dopo la sua ascensione al cielo non ha abbandonato l’umanità decaduta ma continua a regnare attraverso la Chiesa, sacramento di santificazione e di salvezza, corpo del Cristo vivente. Coloro che vengono battezzati nel nome della santa Trinità diventano membri di questo corpo invisibile il cui capo è Cristo stesso e sono nutriti dal suo corpo e dal suo sangue, che non si estinguono e a cui partecipano attraverso il mistero della santa eucaristia.
Accanto al nutrimento mistico della santa eucaristia, la madre chiesa offre anche ai fedeli, quale nutrimento, la Parola di Dio che è essenziale per la vita di fede. Il compito principale della Chiesa, il suo ministero più amato, è l’offerta non soltanto del corpo e del sangue del Signore nella mistica cena eucaristica durante ogni divina liturgia, ma anche della sua Parola divina, la sacra predicazione del Vangelo contenuto e rivelato nella santa Scrittura.
Vorrei qui ricordare le parole del patriarca ecumenico Bartolomeo pronunciate quando fu invitato a intervenire alla XII assemblea generale ordinaria dei vescovi cattolici. Questa fu la prima occasione nella storia in cui a un patriarca ecumenico fu offerta la possibilità di rivolgersi a un sinodo di vescovi cattolici. In quell’occasione sua santità ha dichiarato: “La Chiesa deve riscoprire la Parola di Dio in ogni generazione e farla udire con rinnovato vigore e persuasione anche nel nostro mondo contemporaneo che, nel profondo del proprio cuore, è assetato del messaggio divino di pace, speranza e carità” (4).
I brani profetici, apostolici ed evangelici che sono letti durante le sacre liturgie e le divine liturgie sono la miglior occasione affinché sia offerta un’omelia solida e ben preparata da parte di un degno predicatore. Sfortunatamente, tuttavia, il sacro pulpito viene talvolta distorto e trasformato nella vetrina di un “invasato”, da cui il predicatore del Vangelo esprime in termini esaltati le proprie opinioni personali sugli eventi correnti del momento; oppure denuncia con animosità gli errori di coloro che vengono considerati “nemici”, e dunque fallendo ancora lo scopo di trasmettere il messaggio evangelico che porta con sé il gusto e la verità dell’eternità. Le persone non vanno in chiesa per sentire un’opinione in più sugli eventi contemporanei; ci vanno per essere rafforzati, consolati, incoraggiati e nutriti spiritualmente (5).