Le combat spirituel chez les Pères de l'Église
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XVIIe Colloque œcuménique international
de spiritualité orthodoxe
Bose, mercredi 9 - samedi 12 septembre 2009
DANS LA TRADITIONE ORTHODOXE
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a cura di LUIGI D’AYALA VALVA
© 2009 Edizioni Qiqajon
Il deserto è il luogo in cui Dio si manifesta all’uomo e parla al suo cuore (cf. Os 2,16), ma è anche il luogo della tentazione e della lotta contro Satana, contro il “diavolo”, colui che costantemente tenta di dividere il cuore dell’uomo, mettendolo in guerra contro se stesso, contro Dio e contro i suoi fratelli. La tradizione monastica antica, che ha trovato le sue prime e fondamentali definizioni proprio nel deserto egiziano, non ha mai sottovalutato l’importanza e la serietà di questa lotta nella vita del monaco: basta leggere i Detti dei padri o la Vita di Antonio scritta da Atanasio di Alessandria per rendersi conto di come buona parte del tempo e delle energie di quegli antichi asceti fossero impiegate proprio in una lotta senza tregua contro le tentazioni del Nemico. La loro esperienza, a prezzo di lunghe e faticose lotte, li fa giungere alla conclusione, apparentemente paradossale, che “il segno da cui si riconosce il vero monaco appare nelle tentazioni” e che “la tentazione è cosa buona, perché rende l’uomo più provato”.
E Antonio arriva fino ad affermare: “Nessuno che non abbia sperimentato le tentazioni potrà entrare nel regno dei cieli. Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato!”.