11 gennaio
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Teodosio il Cenobiarca (ca 423-529)
monaco
Teodosio, d'origine cappadoce, partì in giovane età per il deserto palestinese, attratto dalla vita monastica.
Consigliato da Simeone lo Stilita, optò per la vita solitaria e si inoltrò nel deserto di Giuda, dove visse solo in una grotta per più di trent'anni. La sua fama fu tale che attirò moltissimi discepoli e pellegrini.
Decise così di fondare un grande cenobio nei pressi di Betlemme che accoglieva quattrocento monaci suddivisi in quattro comunità: quella dei greci, degli armeni, dei siriaci e, infine, quella per i monaci malati.
Si adoperò in modo particolare per alleviare le pene dei sofferenti, soprattutto dei malati di mente, e accanto al monastero fece costruire un ospedale.
Coinvolto nella difficile ricezione del concilio di Calcedonia, egli difese la fede della grande chiesa insieme al suo contemporaneo san Saba, al quale fu legato da profonda amicizia. Nel 492 fu nominato superiore di tutti i monasteri cenobitici in Palestina. Morì ultracentenario nel 529.
TRACCE DI LETTURA
Mentre Teodosio stava nascosto nella sua grotta, in una povertà volontaria, contentandosi di erbe, perseverando nella sola preghiera, un uomo amante del Cristo venuto da Bisanzio, di nome Acacio, desideroso di acquistare la perla preziosa di cui narra il vangelo, venne a trovarlo nella grotta, e si sedette ad ascoltarlo. Avendo appreso che Teodosio non accettava doni da nessuno, sotterrò di nascosto una borsa di cuoio contenente cento soldi d'oro. Teodosio, all'indomani della partenza di Acacio, trovò l'oro nascosto nella sua cella, e con esso costruì dapprima una foresteria al di sopra della grotta, ove accoglieva chiunque venisse da lui. Quindi comprò due piccoli asini, e partiva egli stesso e riportava le cose necessarie alla vita. Poi si mise a edificare il suo cenobio. Da quel momento, molti cominciarono ad accorrere a lui, e lo pregavano di vivere con lui. Egli li riceveva e li guidava verso il perfetto compimento della volontà di Dio.
(Cirillo di Scitopoli, Vita di san Teodosio 3)
PREGHIERA
Accesa la fiamma dell'ardente amore di Dio,
infuocato e senza oscillazioni,
hai ricevuto in cambio dal cielo
la fiaccola che ti indicava la divina volontà:
che tu cioè edificassi come tempio santissimo
una scuola di virtù in cui le anime potessero meditare.
Padre venerabile,
supplica il Cristo di concedere anche a noi
la grazia della salvezza.
LETTURE BIBLICHE
2Cor 4,6-15; Mt 11,27-30
Lambert Beauduin (1873-1960)
monaco e testimone di ecumenismo
L'11 gennaio del 1960 si spegneva, nel monastero da lui stesso fondato, Lambert Beauduin, monaco benedettino e pioniere del movimento liturgico e di quello ecumenico nella chiesa cattolica. Beauduin era nato a Rousoux-lès-Waremme, presso Liegi in Belgio, nel 1873. Ordinato presbitero a ventisei anni, gli fu assegnata la cura pastorale dei lavoratori. Egli si rese subito conto che era necessaria un'efficace riforma della liturgia cattolica per colmare la distanza creatasi nei secoli fra il culto della chiesa e la vita quotidiana della gente. Nel 1906 Beauduin decise di farsi monaco presso l'abbazia benedettina di Mont-César e, in pochi anni, divenne il riferimento principale del nascente movimento liturgico, attraverso la fondazione di riviste e la stesura di testi capitali per la futura riforma liturgica. Fu attraverso la liturgia che dom Beauduin si accostò all'ecumenismo, divenendo un conoscitore delle chiese d'oriente. Su richiesta di Pio XI, egli diede vita, nel 1925, al Monastero dell'Unione finalizzato a promuovere la piena comunione fra le chiese. Nel 1939 la comunità si trasferirà a Chevetogne dove tuttora vive e opera. Beauduin, tuttavia, intese la ricerca dell'unione secondo il famoso detto: «Le chiese unite a Roma e non assorbite da Roma». Per questa sua visione e per altre posizioni evangeliche assunte in campo liturgico, egli fu condannato dal tribunale ecclesiastico e costretto a un lungo esilio presso l'abbazia benedettina francese di En Calcat e potrà rientrare a Chevetogne soltanto nel 1951. Nonostante la condanna ecclesiastica delle sue posizioni avvenuta nel 1931, papa Giovanni XXIII dichiarò, alle soglie del rinnovamento conciliare, che l'unico vero metodo di lavoro al fine di riunificare le chiese era quello praticato da dom Beauduin.
TRACCE DI LETTURA
Simile a una meravigliosa basilica, la liturgia riserva a tutte le anime e a uomini di ogni condizione, ricchezze e splendori infinitamente vari. Sì!, I predicatori la commentino, gli educatori la insegnino, i teologi la consultino, gli uomini d'azione la diffondano, le madri la scandiscano, i bambini la balbettino. Gli asceti apprenderanno alla sua scuola il sacrificio, i cristiani la fraternità e l'obbedienza, gli uomini la vera uguaglianza, le società la concordia. Essa sia la contemplazione del mistico, la pace del monaco, la meditazione del presbitero, l'ispirazione dell'artista, l'attrazione del prodigo. Tutti i cristiani, uniti al loro parroco, al loro vescovo, al Padre comune di tutti i fedeli e pastori, la vivano pienamente, attingano l'autentico spirito cristiano a questa «fonte prima e indispensabile», e realizzino così, vivendo lo spirito della liturgia, l'orazione della prima grande liturgia celebrata da colui che è Sommo sacerdote in eterno: "che tutti siano una sola cosa" (Gv 17,21). Supremo auspicio e suprema speranza.
Il movimento liturgico è questo; è tutto ciò che questo comporta; non è altro che questo.
(Lambert Beauduin, Il culto della chiesa)
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Mary Slessor (+ 1915), missionaria nell'Africa occidentale
COPTI ED ETIOPICI (2 ṭūbah/ṭerr):
Teonas (+ 300), 16° patriarca di Alessandria (Chiesa copta)
Abele (Chiesa etiopica)
LUTERANI:
Ernesto il Confessore (+ 1546), sostenitore della Riforma in Bassa Sassonia
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodosio il Cenobiarca, monaco