“La peccatrice perdonata”, “A tavola in casa di Simone”, “Misericordia per una peccatrice”: molti sono i titoli attribuiti e attribuibili a questo ricco racconto evangelico. Porre un titolo è già orientare lo sguardo. Suggerisce un’interpretazione. Ciascuno può porre un titolo, come a ogni evento, anche della propria vita. Perché non intitolarlo, ad esempio, “Il fariseo e la peccatrice”, oppure “Un vaso di profumo”, “I piedi di Gesù cosparsi di profumo”, o ancora “Due debitori”, o “Perdono dei peccati e amore”, “Della gratuità dell’amare”, “Del molto amare”, o “Fede dall’amore”? Perché non guardarlo dal punto di vista della domanda di Gesù: “Vedi questa donna?”? Vedi davvero proprio lei, riesci a riconoscere che è una persona, come te, e non uno stereotipo o una categoria o un tuo pregiudizio? La vedi o resti chiuso in ciò che ritieni di sapere già?
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Carissimi amici, carissime amiche,
oggi Gesù ci rivolge una domanda diretta che ci interpella chiedendoci conto delle nostre azioni, sollecitando la nostra responsabilità, ovvero la nostra capacità di rispondere di noi stessi, delle nostre parole e del nostro agire, di vedere chi ci sta di fronte senza i filtri dei luoghi comuni o dei ruoli che ricopriamo.
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Carissime amiche, carissimi amici,
oggi ci soffermiamo su questa domanda di Gesù, domanda da un lato quasi sconsolata e dall’altro molto provocatoria: Gesù fatica a scalfire i nostri cuori ottusi e lenti, e le sue domande sono un tentativo di scuoterci, riorientando nella giusta direzione la nostra ricerca di senso e di vita.
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