2 settembre
Nicolai Frederik Severin Grundtvig (1783-1872)
pastore luterano e innografo
Il 2 settembre del 1872 muore a Copenaghen Nicolai Frederik Severin Grundtvig, pastore della Chiesa luterana di Danimarca e innografo tra i più fecondi nella storia della Riforma.
Nativo di Udby, nel Seeland danese, Nicolai Grundtvig fu contemporaneo di Søren Kierkegaard, e al pari di questi - seppur con un'impostazione teologica profondamente differente - contribuì in modo decisivo alla reinterpretazione della tradizione luterana nel suo paese. La sua intuizione di fondo è che la vita spirituale si trasmette essenzialmente mediante il linguaggio, e che la parola è il veicolo dello spirito, sia nel linguaggio profano che nella predicazione della chiesa. A partire da questa intuizione, e profondamente convinto dell'importanza della libertà umana - valorizzata e non negata da un Dio che si comunica «parlando» -, egli sostenne che là dove la Parola è predicata e quindi accolta nella professione di fede di una comunità, la comunità stessa diviene chiesa: presenza santa e vivente di Cristo nella storia. Tale concezione dinamica e spirituale della chiesa, che Grundtvig deve a una rilettura di Lutero alla luce della tradizione patristica e in particolare di Ireneo da Lione, traspare nei più di 1500 inni che Grundtvig ci ha lasciato, e gli ha permesso di essere un precursore del moderno ecumenismo. Coerentemente con la sua preferenza per la comunicazione orale della fede, egli diede vita a molte «scuole superiori popolari», che si sarebbero diffuse ben al di là dei confini della Danimarca. A lungo incompreso e osteggiato nella sua stessa chiesa, Grundtvig fu tuttavia riconosciuto negli ultimi anni della sua vita da tutti come un maestro e un pastore di grande valore.
TRACCE DI LETTURA
O occhi, davvero siete benedetti,
voi che avete visto il Figlio di Dio sulla terra!
O orecchi, davvero siete colmi di grazia,
voi che avete udito la sua parola,
la parola dell'unico sulla cui lingua non vi è che la verità di Dio e la sua grazia!
Molti profeti e re avevano desiderato vedere il tuo giorno.
I gemiti del cuore e i canti degli angeli
avevano profetizzato l'anno di grazia
in cui la luce e la vita di Dio avrebbero trionfato con la loro forza
sulla tenebra e sulla morte.
Come siamo fortunati noi cristiani:
il tempo della grazia non è mai passato;
illuminati dal radunarsi insieme della chiesa
anche noi siamo i figli prediletti della grazia.
Gli occhi vedono, gli orecchi odono colui che porta a noi la parola di Dio,
colui che ci accorda luce e vita con il suo Spirito e la sua Parola,
colui che ricompone ogni nostra vita spezzata alla sua fonte e alla mensa del suo altare:
Gesù Cristo, che porta a noi la gioia, viene vivente, è presente in mezzo a noi
(N. Grundtvig, Inni )
Martiri di Papua Nuova Guinea (+ 1901 e 1942)
Nella comunione anglicana si ricordano oggi i martiri di Papua Nuova Guinea. La chiesa di quelle terre ha conosciuto infatti per due volte la grazia del martirio nel corso del ventesimo secolo. James Chalmers, Oliver Tomkins e alcuni compagni, inviati in Nuova Guinea dalla Società Missionaria di Londra, morirono martiri nel 1901. Quarant'anni dopo, durante la seconda guerra mondiale, la Nuova Guinea fu occupata dall'esercito imperiale giapponese e i cristiani subirono atroci persecuzioni. Fra coloro che trovarono la morte a motivo della loro fede vi furono due presbiteri inglesi, Vivian Redlich e John Barge, che avevano deciso di rimanere accanto ai fedeli affidati alle loro cure anche dopo l'invasione giapponese del 1942; essi vennero traditi e decapitati, assieme a sette predicatori australiani e a due papuani, Leslie Gariadi e Lucian Tapiedi. Al ritiro delle truppe giapponesi i martiri risultarono più di trecento, appartenenti a pressoché tutte le confessioni cristiane presenti in Nuova Guinea.
A memoria del martirio dei cristiani di Papua Nuova Guinea, la Chiesa d'Inghilterra ha voluto inserire nel 1998 una statua dedicata a Lucian Tapiedi accanto ad altre nove statue di martiri del xx secolo poste sulla facciata occidentale dell'Abbazia di Westminster.
TRACCE DI LETTURA
Papua è un corpo, la chiesa: Dio non ci abbandonerà. Egli ci sosterrà, ci darà forza e ci guiderà attraverso i giorni che si prospettano innanzi a noi. Se partissimo tutti, ci vorrebbero non so quanti anni per far riprendere la chiesa dal nostro tradimento della fiducia accordataci da questo popolo. Se rimaniamo, anche se al peggio finissimo tutti per pagare con la vita il nostro rimanere, la chiesa non morirà, perché le sue pareti non saranno crepate dalla mancanza di fiducia, e le sue fondamenta e le sue strutture riceveranno forza per una futura riedificaione proprio dalla nostra ,fedeltà fino' alla morte. Questa, io credo, è la decisione di voi tutti. Non abbiamo timore. A tutti la mia benedizione. Il Signore sia con voi.
(Ph.Strong, vescovo di Papua, Discorsi alla radio)
PREGHIERA
Dio onnipotente,
con la tua grazia e la tua forza
i tuoi santi martiri
hanno trionfato sulla sofferenza
e sSono rimasti fedeli sino alla morte:
accorda anche a noi di sopportare
l'umiliazione e la persecuzione
rendendo fedelmente testimonianza
al Nome di Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.
LETTURE BIBLICHE
Is 43,1-7; 2Ti 2,8-13; Mt 10,28-39
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Martiri di Papua Nuova Guinea
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Antonino di Apamea (IV sec.), martire (calendario mozarabico)
COPTI ED ETIOPICI (27 misrā/naḥasē)
Poenien ed Eudossia di Šasbir (?), martiri (Chiesa copta)
LUTERANI:
Nicolai Frederik Severin Grundtvig, riformatore della chiesa in Danimarca
MARONITI:
Mamante di Gangra (1275), martire
Giosuè (II mill. a.C.), figlio di Nun
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mamante di Gangra, martire
Giovanni il Digiunatore (+ 595), patriarca di Costantinopoli