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Edoardo Tresoldi, Etherea, installazione temporanea, rete metallica sagomata, 11 x 16,5 x 22 metri
13-22 aprile 2018, Coachela Valley Music and Arts Festival, Stati Uniti
utilizzata per il libro di Joris Geldhof, Oltre il sacro e il profano

IMMAGINI

Afferma Geldhof nel suo libro: “Le riflessioni di questo testo contribuiscono a una più profonda comprensione di come un rinnovato dialogo tra liturgia e cultura può diventare fertile per il futuro della fede cristiana”. Quello che accade con questa scultura di Edoardo Tresoldi è molto vicina all'idea di dialogo

La stessa architettura barocca-neoclassica in tre dimensioni crescenti viene posta all'interno di un festival musicale in California. Niente sembrerebbe più distante da un’architettura della Roma barocca che la musica pop americana: questo intervento artistico mette in relazione proprio questi due mondi. Un dialogo che può rivelarsi interessante.

Le tre sculture-architetture non sono in muratura, ma sono trasparenti poiché realizzate in rete metallica. Questa scelta dei materiali è una chiave stilistica tipica del lavoro di Tresoldi. In realtà la scultura è allo stesso tempo materialmente presente e per certi versi visivamente assente. È una architettura eterea, ecco il nome dell'opera. Il corpo di coloro che entrano nelle tre sculture non le può oltrepassare fisicamente, ma può farlo con lo sguardo. 

In questo modo il vasto paesaggio californiano entra nelle architetture e il cielo, mano a mano che si passa dalla scultura più piccola a quella più grande, viene percepito come sempre più vasto. È la percezione che Tresoldi vuole lasciare al visitatore che tra un concerto e l'altro può prendersi del tempo per camminare dentro queste sculture e percepire diversamente ciò che è attorno a lui.

Quale relazione tra liturgia e mondo? Questa è una delle domande portanti del discorso di Geldhof. Cosa meglio di una cupola presente e aperta al mondo come quella di Tresoldi per rappresentarlo?