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Cristiani nel mondo contemporaneo


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L'autore, Ilarion ALfeev

Le persecuzioni e il dialogo con l'Islam
Oggi la chiesa russa non è perseguitata ma si batte alacremente contro le persecuzioni dei cristiani del mondo, un dramma certamente sottodimensionato e sottovalutato in occidente. La stragrande maggioranza delle violazioni delle libertà religiose avvengono infatti nel mondo contro i cristiani e spesso assumono i caratteri dell'eliminazione fisica sistemica dei fedeli e dei loro luoghi di culto: i casi dell'Iraq e dell'Egitto sono quanto mai significativi e purtroppo sempre attuali; dall'Iraq la metà dei cristiani negli ultimi anni è dovuta fuggire. Ciò che colpisce è che l'esplodere delle violenze ha coinciso con la rottura di equilibri interni politici che nulla avevano a che fare con la convivenza cristiano-islamica e l'imporsi di governi che non hanno difeso le loro minoranze col complice silenzio di governi occidentali di tradizioni cristiane.

Ilarion si richiama al Corano per il dialogo anche con l'Islam: «Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi [ebrei, cristiani e musulmani] un'unica comunità; tuttavia egli vi ha diviso, per mettervi alla prova con ciò che vi ha donato. Gareggiate in opere buone. A voi tutti spetta far ritorno ad Allah, ed egli vi rivelerà ciò in cui vi siete divisi nelle opinioni» (Corano 5,48). Parole che schiudono orizzonti immensi empirici ed escatologici. Ilarion inoltre si richiama all'esperienza del proprio paese che non ha mai conosciuto guerre di religione e dove la collaborazione tra i capi religiosi è una consuetudine consolidata nel tempo.

Il "nemico" comune

La difesa dei cristiani, Ilarion lo sa bene, passa per la lotta ad un un «avversario potente», il capitalismo di mercato, la cui logica è intrinsecamente anticristiana e contro tutte le religioni tradizionali: «Esso non ha altra possibilità di sopravvivenza se non quella di alimentare una permanente crescita della domanda e del consumo. Ha bisogno di quel "materiale umano" che in una lunga prospettiva non potrà mai diventare "potenziale umano": vale a dire occorrono impersonali unità umane di consumatori, e non personalità armonicamente sviluppate, sane e robuste, formate nello spirito di autocontrollo e temperanza. Ne deriva un paradosso: un capitale ostacola la formazione dell'altro».
Davanti ai cristiani dunque la sfida di sempre, la coerenza porta inevitabilmente allo scontro con la società malata: «se i cristiani fossero capaci come in passato di avere una "voce profetica" per il mondo, e non essere solo una voce che grida nel deserto, dovrebbero denunciare coraggiosamente le ingiustizie della società, senza temere di perdere prestigio agli occhi dei potenti di questo mondo e dei mass media che questi controllano. Per quanto sembri paradossale l'equità e la giustizia non si sono accresciute per il semplice fatto che nel mondo se ne parla sempre di più. Viviamo in un'atmosfera in cui vige una doppia misura, in cui ovunque domina il cinismo, che si ammanta di democrazia e di difesa dei diritti dell'uomo, mentre in realtà calpesta e distorce l'una e l'altra»

russianecho.net, 14 settembre 2013
di GIUSEPPE IANNELLO

[1] Ilarion Alfeev, patrologo, teologo e musicista compositore, è metropolita di Volokolamask e presidente del dipartmento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca

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