Vivere la polis oggi
17 Giugno 2018
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Italia
Ezio Mauro, giornalista.
L'inquietudine del post-moderno nasce da questo presente instabile che rattrappisce la fiducia nel futuro. Nasce un'inedita privatizzazione dei valori che credevamo universali, e vogliamo che oggi valgano soprattutto per noi, prima di testimoniarli agli altri. Cresce una nuova gelosia dei diritti, che nel benessere declinavamo per tutti e oggi vogliamo consumare da soli. Si diffonde un modernissimo egoismo del welfare, come se non avesse funzionato da strumento di compensazione sociale, dunque di governo naturale della società. "Non voglio dividere" è la parola d'ordine che sigla la fase: senza accorgerci che segna la regressione da cittadino a individuo. Crescono i risentimenti individuali, incapaci di trovare una traduzione collettiva, di costruire un sentimento comune, di farsi politica, di diventare una Causa. Dobbiamo rassegnarci a questa situazione o sono possibili vie di umanizzazione e di edificazione del bene comune?
EZIO MAURO
(Dronero 1948) è giornalista dal 1972. È una delle voci più interessanti della cultura giornalistica italiana, aperta alla molteplicità e complessità dei temi del mondo contemporaneo. Una lunga gavetta iniziata a La Gazzetta del Popolo di Torino e poi a La Stampa dove è stato cronista politico a Roma, inviato negli Stati Uniti, corrispondente da Mosca, seguendo le grandi trasformazioni dell’Urss dopo la perestrojka e la caduta del Muro, quindi direttore per 4 anni (1992-1996). Per vent’anni (1996-2016) è stato direttore del quotidiano La Repubblica.
Tra i suoi libri La felicità della democrazia. Un dialogo (2011), scritto con Gustavo Zagrebelsky, Babel (2015), scritto con Zygmunt Bauman, L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una Rivoluzione (2017).