Lettera agli amici - numero 0
Estate 1971
Questo primo documento non è propriamente una Lettera agli amici, ma solo «un foglio di notizie» scritto «soprattutto per i numerosi amici lontani che chiedono sovente notizie sul nostro cammino», come precisa Enzo Bianchi nel successivo primo numero del “Qîqājȏn di Bose”. E aggiunge: lo «lasciamo nascere e morire senza preoccupazioni e senza problemi», come «l’alberello che Dio fece crescere sulla testa di Giona per dargli un momento di gioia e di frescura» (cfr. Giona 4,6-7), ma «non è un nuovo giornale o una nuova pubblicazione», «nasce quando ci sono notizie da dare agli amici e poi muore subito!».
Con ogni probabilità questo “numero zero” è stampato nell’estate del 1971, subito dopo il Consiglio di quell’anno svoltosi nei giorni della festa della Trasfigurazione (6 agosto): Consiglio importante, perché in quell’occasione il primo nucleo dei fratelli e delle sorelle approva la Regola della comunità. Le quattro facciate di cui è composto restituiscono bene il vissuto e il clima di quei mesi: tutto è scarno, essenziale, come la vita incerta, povera, contrastata di quel gruppo di giovani residenti in una cascina semidiroccata «alle Bose» della Serra d’Ivrea. Eppure dalle parole di queste pagine traspare che quel piccolo gruppo ha già una sua identità precisa e strutturata: non solo la Regola, ma anche l’ospitalità per ritiri individuali, di gruppo e «per chi cerca la vita in disparte» e poi «giornate di studio, di ricerca e di scambio fraterno su problemi della Chiesa e del mondo».
Con una minuscola fraternità a Torino, in via Piave 8, «nel centro della città». Un’identità che si è venuta formando da quando l’8 dicembre 1965, giorno di chiusura del Concilio Vaticano II, Enzo comincia a vivere lassù, solo, raggiunto più tardi da Daniel, Marité, Domenico e qualcun altro, fino all’inizio di una vera e propria vita comune nell’ottobre 1968. «Bose… una comunità provvisoria di uomini e donne provenienti da diverse confessioni cristiane, che cercano Dio nella povertà, nel celibato e nell’obbedienza all’Evangelo». Ispirata «alla vita delle prime comunità cristiane», dove il riferimento esplicito è agli Atti degli Apostoli, capitolo 2, versetti dal 42 al 46. Cercare di vivere l’Evangelo di Gesù Cristo nel celibato e nella vita comune. Nient’altro.
Bose ...
...una comunita provvisoria di uomini e donne provenienti da diverse confessioni cristiane, che cercano Dio
- nella povertà
- nel celibato
- nell'obbedienza all 'Evangelo.
...una comunita che svolge particolarmente i ministeri
- della riconciliazione fra cristiani ora separati
- del dialogo con ogni uomo
- dell'attesa di Cristo attraverso la vita comune.