Settimana ecumenica per giovani

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Alcuni sono arrivati senza sapere dove andavano, semplicemente, e coraggiosamente, fidandosi di chi li accompagnava; altri erano pieni di entusiasmo ben prima di cominciare; tutti sono stati colti da una buona dose di sorpresa.

È con questo spirito che il 22 luglio scorso una ventina di giovani si sono ritrovati a Bose. Erano tutti italiani, e persino con marcati accenti bresciani, toscani, piacentini, veneti, sardi, piemontesi o romani, ma alcuni nomi, tratti ed espressioni rivelavano radici ben più profonde, estese fino all’Egitto o all’Ucraina. Erano infatti cattolici, copti e ortodossi, tra i 15 e i 33 anni, e tutti e tutte si sono messi letteralmente in gioco sin dal primo giorno alla scoperta degli altri e delle loro tradizioni. Si sono stupiti a trovare sé stessi nell’incontro con gli altri, a riconoscere punti comuni e aspetti sconosciuti della propria stessa chiesa. Nelle ore mattutine, dopo la preghiera insieme a monaci e monache di Bose, è stata l’esperienza del lavoro, nell’orto, nel frutteto o nel giardino, a favorire l’incontro nelle stesse gioie e fatiche, e nella comune insofferenza per sorella zanzara. Nei pomeriggi invece, conclusi a più riprese da preghiere secondo il rito ortodosso e copto, sono stati il Vangelo e i testi delle rispettive tradizioni spirituali e liturgiche a guidare i giovani nella loro ricerca di un modo per pregare ininterrottamente, rendendo grazie per ogni cosa e animati da quella gioia profonda che non può che avere in Dio la sua sorgente (1 Ts 5,17). Questo era l’itinerario tracciato dagli organizzatori della settimana: fratelli e sorelle di Bose, insieme a Marina della chiesa copta-ortodossa di Milano e a p. Victor del monastero ortodosso di Arona. Ma questa traccia non è bastata ai giovani ospiti, che hanno approfittato persino delle sere per una chiacchierata sul dialogo ecumenico con fr. Sabino e p. Victor e per lanciarsi autonomamente in appassionati disquisizioni teologico-pastorali, che sfociavano a tratti in spietate partite a carte. Solo il gioco, non la fede riusciva a dividere ciò che Cristo ha unito!

Speriamo che da questi giorni possano spuntare altrettanti germi di unità.