Vincere la pace - Settimana giovani

Occorre vincere la pace, intimava Maritain, perché non basta vincere la guerra per conquistare la pace: la pace va sognata, desiderata, costruita insieme con la pazienza degli artigiani. Certo, una settimana non basta per acquisire un’arte tanto delicata, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. È quel che hanno fatto i giovani confluiti a Bose la settimana scorsa per lasciarsi coinvolgere in un laboratorio di pace. Con fr. Luciano hanno percorso le vie del disarmo interiore sulle orme di Gesù e, accompagnati da fr. Guido, si sono messi alla scuola degli artigiani di pace dei nostri tempi. Quattro loro compagni di cammino, ‘Issam, Christopher, Wak e Laura, hanno poi condividere con loro l’esperienza di Rondine, cittadella della pace, dove giovani da diversi paesi in conflitto convivono per due anni, scoprendo che dietro la maschera del “nemico” si nasconde una persona in tutto simile a noi. È giunto quindi il momento di Alessandra Morelli, che, con la sua trentennale esperienza alla commissione ONU per i rifugiati, ha testimoniato la possibilità di aprire spazi di umanità nell’auto-disumanizzazione che è la guerra, di una politica della cura e di risorse al femminile. Infine, con fr. Elia hanno cercato di dare forma alla pace, di rappresentarla in un’opera d’arte che fosse anche un monito e un invito a non lasciare che la pigrizia e il senso di impotenza impediscano al sogno della pace di farsi atto.