Foto e sintesi del 31 maggio 2018

18_03_06_banner_superiore_CLI_18.jpg

Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ

Idee di cattedrale, esperienze di comunità

BOSE, 31 maggio - 2 giugno 2018


Luogo in cui si riassume la tradizione della Chiesa fondata sulla successione apostolica (così Enzo Bianchi nel suo intervento di apertura), oggi la cattedrale è chiamata a ripensare al ruolo di centralità che ha occupato per secoli nella storia europea. Soprattutto alla luce dell'impostazione sinodale che la Chiesa stessa si è data col Concilio Vaticano II, in cui i fedeli sono convocati quali "pietre vive" (vedi la prima lettera di Pietro, 1 Pt 2, 4-5): lo ha posto in evidenza Joris Geldhof riassumendo nei termini "sensibilità, ospitalità, solidarietà" i cardini dell'azione della Chiesa nel mondo attuale. Sono termini che richiamano la prossimità e la cura che sempre si manifesta nelle comunità cristiane e che trova espressione nelle domus ecclesiae dei primi tempi, il cui esempio tipico, quella di Dura Europos, è stato descritto da Sibile De Blaauw, storico dell'arte dell'Università Radbound di Nijmegen (Olanda): la casa chiesa in cui, insieme coi luoghi propriamente liturgici, trovano spazio ambienti per l'educazione e per l'esercizio della solidarietà attraverso le opere di assistenza materiale. Aspetti che non sono assenti nelle successive grandi basiliche quali quella costantiniana di Roma (la Lateranense delle origini) con la sua grandiosità regale voluta dall'imperatore, ma che in essa risultano soverchiati dalle dimensioni e dalla ricchezza. Con la basilica costantiniana, alla centralità della carità si sovrappone la centralità dell'autorità temporale: di qui nasce la tradizione della cattedrale come cardine della città europea. Ma la città, che è luogo e specchio della società, è stata oggetto di sconvolgenti cambiamenti nel corso del XX secolo, che ne hanno sradicato la struttura organizzativa lasciando oggi un tessuto sfilacciato. Come ha notato il sociologo Mario Abis, il diffondersi delle abitudini dei "non luoghi" ha fatto sì che questi siano divenuti gli "iper luoghi" dove massima è la frequentazione delle persone, pur nell'assenza di una vera concezione identitaria. Della quale peraltro esse sentono la mancanza. Ed è in questo che si manifesta un vuoto che la Chiesa è chiamata a colmare.

Sintesi di leonardo Servadio