Progetto e comitato scientifico
XX Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
L'UOMO CUSTODE DEL CREATO
Bose, 5-8 settembre 2012
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
PROGETTO E COMITATO SCIENTIFICO
Secondo il racconto biblico, Dio nel suo Verbo creò l’universo e vide che la sua creazione era buona; formò l’uomo a sua immagine e somiglianza, e vide che era cosa “molto buona” (Gen 1,31). La caduta dell’uomo turba anche l’armonia della creazione e dei rapporti tra gli uomini. La Bibbia alza il velo sul mistero della creazione visibile mettendola in relazione con la storia di salvezza, quando con Paolo afferma che il mondo geme nei dolori del parto nell’attesa della salvezza finale (cf. Rm 8,22). L’incarnazione del Figlio, la sua croce, la resurrezione e il dono dello Spirito santo restaurano l’uomo e l’universo feriti; l’umanità nuova in Cristo Gesù, con la libera obbedienza della fede, può così compiere il disegno di salvezza di Dio e governare responsabilmente la creazione che le è stata affidata.
Il XX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa vuole approfondire questo legame fondamentale tra creazione e salvezza, interrogando e lasciandosi interrogare dalle diverse tradizioni spirituali dell’ortodossia.
Le chiese ortodosse con molto discernimento hanno saputo ridestare la coscienza che la responsabilità dell’uomo per tutto il creato è iscritta nel comandamento di Dio. Il patriarca ecumenico Bartholomeos I, proseguendo un’intuizione del suo predecessore Dimitrios, sin dall’inizio del suo servizio patriarcale ha con molta forza promosso iniziative per la custodia della creazione, sottolineando la dimensione spirituale e cristiana dell’impegno ecologico.
Se l’ecologia è una scienza recente, i suoi fondamenti spirituali hanno radici antiche. La creazione è un libro che racconta la gloria e la misericordia di Dio; i padri della chiesa hanno meditato il racconto biblico della creazione, ma hanno anche affrontato lo scandalo del male e della sofferenza, contrapponendo la provvidenza divina alla fatalità astrologica; Massimo il Confessore (vii sec.) ha scrutato la vocazione dell’uomo nel creato e la creazione rinnovata dal Cristo. La tradizione spirituale ha così saputo scorgere, attraverso la purificazione del cuore, le tracce del Verbo creatore nel mondo naturale, fino a contemplare il mondo immerso nella luce divina.
Che cosa ci insegna oggi questa novità di sguardo sulla creazione?
Monaci e monache hanno spesso cercato la solitudine in ambienti poco ospitali: il deserto e le foreste popolate da bestie selvagge. Che cosa ci insegnano le vite dei santi bizantini sulla quiete del cuore dell’uomo di Dio che diffonde pace attorno a sé? Come e perché i monaci, in oriente e in occidente, hanno lavorato per bonificare ambienti naturali ingrati e instaurarvi uno sviluppo durevole, adatto alla preghiera e al lavoro?
L’ascesi monastica è la rivelazione dell’ascesi-sobrietà (enkráteia – sophrosýne) che il battesimo esige da ogni cristiano. Che cosa insegnano oggi l’ascesi e la povertà (aktemosýne) nella società dei consumi, a noi che siamo spesso incapaci di rispettare la terra che ci ospita, di condividerne i doni con tutti gli uomini?
La celebrazione liturgica include intimamente il cosmo nella lode e nell’adorazione della chiesa. Tutto quello che vive e respira, gli alberi, le pietre, il sole e la luna, lodano il Signore. La celebrazione eucaristica è, per eccellenza, questo sacrificio di lode offerto al Padre, nel quale l’assemblea credente trascina la creazione intera e tutta la storia dell’umanità.
Come questa grande ricchezza spirituale può tradursi in un’etica della creazione? Come la teologia ortodossa contemporanea raccoglie le sfide poste oggi dalle tecniche e dalle scienze, come per esempio alcuni progressi della medicina?
Tutto questo ci porterà, in conclusione, a porci una domanda fondamentale: come parlare oggi della creazione?
COMITATO SCIENTIFICO:
Enzo Bianchi (Bose), Lino Breda (Bose), Sabino Chialà (Bose), Lisa Cremaschi (Bose), Hervé Legrand (Parigi), Adalberto Mainardi (Bose), Antonio Rigo (Venezia), Luigi d'Ayala Valva (Bose), Michel Van Parys (Chevetogne)