Sua Beatitudine Youhanna X (Yazigi) di Antiochia e di tutto l’Oriente, nato a Latakia (1955), è patriarca Greco-ortodosso di Antiochia dal 2012, quando è stato chiamato a succedere al patriarca Ignazio IV (+ 5 dic. 2012). Prima della sua elezione patriarcale è stato Metropolita d’Europa, a capo dell’arcidiocesi della Chiesa ortodossa di Antiochia in Europa centrale e occidentale, con sede a Parigi. In precedenza era vescovo titolare di Pyrgou (al-Hosn) in Siria, con l’incarico di rettore dell’Istituto di teologia “San Giovanni Damasceno” (Tripoli, Libano), il seminario patriarcale legato all’università di Balamand. Ha conseguito una laurea in ingegneria civile presso l’Università di Tishreen (Latakia) in teologia presso l’università di Balamand (1978), un diploma in musica bizantina presso il Conservatorio di musica bizantina di Salonicco (1981), e un dottorato in teologia con specializzazione in liturgia presso l’università Aristotele di Salonicco (1983). Ha insegnato liturgia a Balamand (1981-2008), ed è stato igumeno del Monastero patriarcale di San Giorgio Al-Humayrah (1993-2005) e del Monastero Nostra Signora di Balamand (2001-2005). Dal 2013 vive in prima persona il dramma della guerra civile che dilania il suo popolo e la sua terra: il suo fratello Paolo, il metropolita greco-ortodosso di Aleppo, è stato rapito insieme a Youhanna Ibrahim, metropolita di Aleppo della chiesa Siro-Ortodossa. Fin dalla sua installazione come patriarca egli si è opposto all’interferenza occidentale nella Guerra civile siriana cercando di promuovere la pacifica coesistenza con i musulmani e con gli altri siriani. Nel suo discorso di intronizzazione patriarcale ha sottolineato la necessità del dialogo basato sul mutuo rispetto. "I musulmani sono nostri compagni nella nazione, e i nostri legami con loro vanno al di là della coesistenza; condividiamo con loro la responsabilità di costruire un [miglior] futuro e di fronteggiare i pericoli". È autore di numerose pubblicazioni, libri e articoli, sulla teologia ortodossa e sulla liturgia.
L’arcivescovo Job di Telmessos (al secolo Ihor Getcha) è nato a Montreal, in Canada (1974) da una famiglia di origine ucraina e ha ricevuto la sua formazione presso il Collège Français (Montreal) e l’University of Manitoba (Winnipeg). Ha studiato teologia al St. Andrew's College (Manitoba) e all’Istituto di teologia ortodossa “S. Serge” di Parigi, dove nel 2003, ha conseguito il dottorato (discusso congiuntamente anche presso l’Institut Catholique), con una tesi su "La riforma liturgica del Metropolita Cipriano di Kiev". È stato ordinato presbitero dall’arcivescovo Gabriel di Comana nel 2003. Il 9 gennaio 2004 è stato elevato al grado di igumeno, e il 18 luglio dello stesso anno a quello di archimandrita. Ha lavorato come lettore e professore di storia della chiesa, liturgia e diritto canonico presso varie istituzioni accademiche incluso l’Istituto S. Serge, di cui è stato decano dal 2005 al 2007, lo Institut Catholique, l’università di Friburgo e, dal 2009, il Centro ortodosso del Patriarcato Ecumenico di Chambésy (Ginevra). Nel novembre 2013 è stato eletto per guidare l’Esarcato patriarcale delle parrocchie ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale, ricevendo l’ordinazione episcopale, con il titolo di arcivescovo di Telmessos; il 28 novembre 2015 il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico lo ha nominato come rappresentante del Patriarcato presso il Consiglio ecumenico delle chiese (WCC) a Ginevra. Ha pubblicato Le Typikon décripté. Manuel de théologie byzantine (Paris, Cerf 2009).
John Panteleimon Manoussakis è nato ad Atene (Grecia) e si è formato negli Stati Uniti (Ph. D. Boston College). Ha ricevuto il diaconato nel 1995 e l’ordinazione presbiterale nel 2011 con il titolo di archimandrita. È docente onorario alla Facoltà di teologia e filosofia all’Università Cattolica Australiana ed è beneficiario di una borsa di studio della Fondazione Templeton. I suoi interessi di ricerca vertono sulla filosofia della religione (in particolare Heidegger e Marion), sulla filosofia greca antica (specialmente Platone e la tradizione neoplatonica), la patristica e la psicoanalisi. Attualmente è professore associato di filosofia al College of the Holy Cross (Worcester, MA) ed è autore di tre libri: God After Metaphysics: A Theological Aesthetic (Indiana University Press 2007), Theos Philosophoumenos (Ellinika Grammata 2004) e For the Unity of All: Contributions to the Theological Dialogue Between East and West (Eugene, OR: Cascade Books 2015; la traduzione italiana è in corso di stampa -settembre 2016- presso le edizioni Qiqajon della Comunità di Bose). Diverse sono le sue pubblicazioni, i suoi contributi a volumi collettivi e gli articoli in diverse lingue (inglese, greco, russo, serbo e ucraino).
Lo Spirito, fonte e sostegno dell’unica testimonianza cristiana
La relazione analizza il ruolo dello Spirito santo nel condurre e sostenere l’unica testimonianza di fede da parte di tutti i cristiani. Si sottolineerà in particolare la comprensione della martyría come homologhía (confessione); si procederà anche a una lettura ermeneutica di alcuni passi biblici, quali Mt 10,20 e 1Cor 12,3.
Ekaterini Tsalampouni è professore associato di Nuovo Testamento presso il dipartimento di Teologia sociale e pastorale della Facoltà di teologia dell’Università Aristotele di Salonicco. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Nuovo Testamento presso la medesima università nel 1999. Successivamente ha lavorato come lettrice assistente presso l’Istituto di teologia ortodossa della Ludwig-Maximillian University di Monaco di Baviera (2006-2009) e come lettrice presso il dipartimento di teologia sociale e pastorale della Facoltà di teologia dell’Università Aristotele di Salonicco. È membro di diverse associazioni, come la Society of Biblical Literature, the European Association of Biblical Studies, la European Society of Women in Theological Research, il Colloquium Oecumenicum Paulinum, e la Società biblica greca. Ha svolto il compito di tesoriere della European Association of Biblical Studies e di vice-presidente della European Society of Women in Theological Research. È anche membro del cmitato scientifico dell’Accademia di Studi teologici di Volos. Alcune delle su pubblicazioni sono: La Macedonia ai tempi del Nuovo Testamento (2000), Interpretazione teologica del Nuovo Testamento (2013), Studi esegetici (2013) e ha anche pubblicato diversi studi esegetici come anche studi sull’emeneutica ecologica e sul retroterra greco-romano del Nuovo Testmaento.
«Beati voi quando vi perseguiteranno per causa mia» (Mt 5,11). I detti di Gesù sulle persecuzioni
Nella prima parte della relazione saranno presentati i detti di Gesù relativi alla persecuzione e al martirio, soprattutto nei vangeli sinottici. La discussione esegetica cercherà soprattutto di delineare l’antica tradizione cristiana sul martirio che si fonda sui detti del Signore e riflette la situazione sociale delle comunità cristiane che l’hanno conservata. Nella seconda parte saranno analizzate le sue implicazioni teologiche, come anche la sua relazione alla realtà escatologica del regno di Dio. Quindi saranno discusse brevemente la ricezione e l’adattamento di questa tradizione nell’ambito della primitiva teologia cristiana del martirio. Infine verranno delineate alcune conclusioni riguardo al significato teologico di questa tradizione e alla sua rilevanza per il cristianesimo contemporaneo.
Georgij Evgenievič Zacharov è nato nel 1986 a Mosca, dove ha compiuto gli studi presso l’Università ortodossa San Tichon e successivamente l’Istituto di storia dell’Accademia delle scienze russe, addottorandosi con una dissertazione sulla “Chiesa nel sistema sociale della regione balcano-danubiana nel iv e v secolo”. Dal 2007 insegna storia della chiesa e patrologia presso l’Università ortodossa San Tichon. È tra i curatori dell’edizione russa dell’opera omnia di Ambrogio di Milano, e sta studiando in particolare le relazioni tra la Sede di Roma e le Chiese orientali all’epoca delle controversie ariane. Tra le sue numerosissime pubblicazioni, ricordiamo “È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi”: la problematica ecclesiologica nella storia delle controversie ariane (in russo), Mosca 2014; Le chiese nell’Illirico all’epoca delle controversie ariane (iv-iniziovsecolo) (in russo), Mosca 2012.
“Omnes in Christo unum sumus”. Martirio e unità della Chiesa in sant’Ambrogio e nei padri latini del IV secolo
Nel contesto del rapido cambiamento dei rapporti tra la chiesa e il potere statale, dopo la conversione di Costantino, e della crisi ariana, che aveva messo in questione la custodia dell’unità cattolica a tutti i livelli della vita ecclesiale, il tema del martirio acquista un particolare significato nel iv secolo. La relazione si focalizza su tre tipi di “narrativa del martirio” nella tradizione latina, in autori come Ambrogio di Milano, Lucifero di Cagliari, Ilario di Poitiers, papa Liberio e papa Damaso, Niceta di Remesiana: 1) l’interpretazione del martirio come testimonianza della fede; 2) l’imitazione dei martiri come forma di ascesi spirituale; 3) il martirio e il rinnovamento dell’idea di Roma. Alla fine del secolo, tale narrativa diviene parte di una concezione più universale e integrale della chiesa cattolica come comunione nelle cose sante e comunione con i santi (communio sanctorum). Questa comunione non è limitata da confini sociali, etnici, geografici o temporali, e mostra l’unità cattolica della chiesa sempre e dappertutto.