5 settembre - foto e sintesi del convegno

XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
CHIAMATI ALLA VITA IN CRISTO
Nella chiesa, nel mondo, nel tempo presente
Monastero di Bose, 4-6 settembre 2019 

La seconda giornata del Convegno si è aperta con una riflessione del metropolita +Ilarion di Volokolamsk che, confrontando la tradizione orientale (Nicola Cabasila, XIV sec. e Giovanni di Kronstadt, xix sec.) e quella occidentale (L’imitazione di Cristo, XV sec.), ha concluso che “sia la vita in Cristo nella tradizione ortodossa, sia l’imitazione di Cristo nella tradizione cattolica hanno messo in risalto la stessa idea fondamentale, senza la quale non esiste una vera fede cristiana: il centro della vita di un cristiano è la persona viva del Dio-Uomo Gesù Cristo”.

 

XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
CHIAMATI ALLA VITA IN CRISTO
Nella chiesa, nel mondo, nel tempo presente
Monastero di Bose, 4-6 settembre 2019 

“Quelli che vivono in Cristo sono chiamati con una chiamata costante e continua tramite la grazia impressa nell’anima dai misteri, questa grazia che è, come dice Paolo, Lo Spirito del Figlio di Dio che grida nel loro cuore: Abbà, Padre!”

La seconda giornata del Convegno si è aperta con una riflessione del metropolita +Ilarion di Volokolamsk che, confrontando la tradizione orientale (Nicola Cabasila, xiv sec. e Giovanni di Kronstadt, xix sec.) e quella occidentale (L’imitazione di Cristo, xv sec.), ha concluso che “sia la vita in Cristo nella tradizione ortodossa, sia l’imitazione di Cristo nella tradizione cattolica hanno messo in risalto la stessa idea fondamentale, senza la quale non esiste una vera fede cristiana: il centro della vita di un cristiano è la persona viva del Dio-Uomo Gesù Cristo”. La seconda relazione (+Andrei, arcivescovo di Vad, Feleac e Cluj e metropolita di Cluj, Maramures e Salaj) si è incentrata sul tema della speranza cristiana, “speranza di incontrare Cristo nell’amore”, “speranza che ci aiuta a guardare al futuro con fiducia”, sapendo che Dio ci attende al termine del nostro cammino. La seconda parte della mattinata è stata dedicata a una dimensione particolare della vocazione cristiana, la vocazione monastica. Ne hanno parlato il vescovo +Porfirije di Zagabria e Lubiana (Patriarcato di Serbia) per quanto concerne la tradizione ortodossa e p. Michel van Parys per la tradizione occidentale; quest’ultimo ha ripercorso le tappe del cammino del profeta Elia, tradizionalmente considerato precursore della vita monastica, leggendo in ciascuna di essa uno dei nodi cruciali del cammino monastico.

La sessione pomeridiana si è concentrata sul tema della bellezza della vita cristiana. Sebastian Brock dell’Università di Oxford ne ha parlato analizzando alcuni testi di Efrem il Siro (iv sec.); “la salvezza è acquisita una volta che lo specchio interiore del cuore si trovi in stato di pulizia tale da riflettere nuovamente la bellezza dell’immagine di Dio con cui gli esseri umani furono originariamente creati”. Stephen Headley del Patriarcato di Mosca ha trattato di questo tema a partire dal Typikόn di san Saba (v sec.), mentre Peter Bouteneff (Istituto teologico St Vladimir, Crestwood, USA) si è soffermato su una particolare dimensione della bellezza della vita cristiana: l’esperienza del perdono. “È bello perdonare, è bello essere perdonati”; solo il perdono ricevuto dal Signore ci consente di aprirci al perdono dei fratelli, ma ricordando l’esperienza di Giobbe e di alcuni santi, il relatore ha aggiunto: “Anche noi, a volte, dobbiamo perdonare Dio”. Per dare forma al corpo di Cristo, Dio ha bisogno di noi, vuole aver bisogno di noi, della nostra disponibilità a perdonare.

Anche oggi sono stati letti alcuni tra i numerosi messaggi che esprimono da parte delle diverse Chiese la vicinanza ai partecipanti al Convegno. Ricordiamo in particolare il messaggio di Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli armeni e quello di Sua Beatitudine Onufrij, Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina.