7 settembre 2022 - Foto e sintesi

XXVIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
S. ISACCO DI NINIVE
e il suo insegnamento spirituale

Monastero di Bose, 6-9 settembre 2022
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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La seconda giornata del Convegno ecumenico ha permesso di approfondire la conoscenza della figura di Isacco e di apprezzare la rilevanza e l’attualità del suo insegnamento.

La mattina è stata dedicata alle relazioni che, come quella della giornata di apertura, hanno rappresentato risposte ideali alla domanda “Perché Isacco il Siro?”

La prima relazione ha mostrato il debito di Isacco nei confronti della tradizione di cui era figlio, e in particolare di due padri come Efrem e Narsai di Nisibi con particolare riguardo al ruolo della croce nella sua teologia mistica. Questa relazione ha costituito per noi un motivo di gioia e gratitudine, perché è stata pronunciata da † Emmanuel Mar-Emmanuel, vescovo della diocesi del Canada della Chiesa assira: è la prima volta che un nostro convegno accoglie in qualità di relatore un vescovo della stessa chiesa di Isacco.

La seconda relazione ha affrontato, con un taglio simile – in questo caso il relatore, il dott. Maksim Kalinin dell’Università statale della Russia, ha evidenziato anche il rapporto con autori non siriaci come Evagrio Pontico e Teodoro di Mopsuestia – la questione dell’antropologia spirituale di Isacco che, pur rifacendosi agli schemi elaborati dalla filosofia platonica e filtrati dalla tradizione siriaca, seppe offrire un contributo originale.

Ma questa antropologia spirituale quale ruolo assegna alla debolezza della natura umana, e come questa può incontrarsi con la grazia divina? È a questa domanda che ha cercato di rispondere la dott.ssa Valentina Duca dell’Università di Lovanio mostrando non solo il legame che univa Isacco al suo retroterra ecclesiale e culturale, ma anche la sorprendente affinità con il pensiero di Jung e della fenomenologia contemporanea. La natura umana è segnata dalla debolezza, non come conseguenza del peccato di Adamo ma quale sua causa: “Non siamo divenuti mortali perché abbiamo peccato, ma perché siamo mortali siamo stati spinti al peccato”. Dio ci salva non dalla nostra debolezza ma attraverso e grazie ad essa: la debolezza, percepita attraverso le prove e le sofferenze, fa giungere ad una piena consapevolezza di sé che è incontro con la propria interiorità e con Dio: “Senza sperimentale la prova delle passioni è impossibile conoscere la verità”.

Queste relazioni hanno trovato il loro complemento nei gruppi di lettura del pomeriggio: per favorire un incontro personale con gli scritti di Isacco e la possibilità di una condivisione ampia e basata sulla propria esperienza spirituale, i partecipanti al convegno tra cui anche alcuni fratelli e sorelle della comunità si sono divisi in sei gruppi di lavoro, a seconda della lingua (italiano, inglese, francese, greco e russo) e del tema preferito. I lavori di gruppo hanno favorito la conoscenza reciproca e, per mezzo del confronto sui testi letti, hanno fatto emergere l’attualità dell’insegnamento di Isacco per noi uomini e donne di oggi, spesso tentati di dimenticare in molti modi la nostra debolezza e pur sempre costretti a confrontarci con essa.