Comunicato stampa conclusivo
XVII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
LA LOTTA SPIRITUALE NELLA TRADIZIONE ORTODOSSA
Bose, 9-12 settembre 2009
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
Bose, 15 settembre 2009
“C’è un luogo preciso in cui si svolge la lotta spirituale … Questo luogo è quell’organo centrale dell’uomo che la Bibbia chiama «cuore» (lev, kardía)”. Con queste parole il priore di Bose Enzo Bianchi, ha delineato, nella prolusione, lo spazio e il tempo interiori che scandiscono la lotta spirituale nell’antropologia biblica: proprio la “Lotta spirituale nella tradizione ortodossa” è infatti il tema della XVII edizione del Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, che si è tenuto presso il Monastero di Bose dal 9 al 12 settembre 2009, organizzato in collaborazione con le Chiese ortodosse.
La prolusione del priore di Bose, Enzo Bianchi e la relazione del metropolita Filaret di Minsk, esarca patriarcale di Bielorussia e presidente della commissione teologica del Patriarcato di Mosca, hanno segnato una profonda convergenza tra l’approccio biblico e la comprensione ortodossa del significato del “combattimento spirituale”. In particolare, l’inno contenuto nella lettera di Paolo ai Filippesi offre il fondamento teologico alla lotta che il cristiano compie dentro di sé contro tutto ciò che lo aliena dalla propria umanità e lo allontana da Dio: il cristiano è infatti chiamato a rivivere la lotta che Cristo stesso ha ingaggiato contro il male e la morte, facendo brillare la luce della resurrezione nelle profondità infernali che l’umanità ha conosciuto e conosce nella sua storia. “Egli, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma … umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome … e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,6-11).
Le quattro giornate del convegno hanno esplorato le molteplici valenze della lotta spirituale nei padri (Giovanni Climaco, Massimo il Confessore, Barsanufio di Gaza) e nelle diverse tradizioni ortodosse (russa e greca, serba e bulgara), nella loro storia millenaria ma anche nelle difficili situazione di una contemporaneità segnata dall’individualismo, dall’indifferenza verso l’altro, da una sorprendente fragilità interiore dell’uomo post-moderno. In questo senso si sono orientate le relazioni conclusive del metropolita Georges del Monte Libano, sulla “Lotta per l’unità della Chiesa”, e del metropolita Kallistos di Diokleia, delegato del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che ha approfondito il significato di questo fondamentale luogo della tradizione ascetica per l’uomo contemporaneo.
Il Convegno è stato soprattutto un’occasione di incontro e scambio fraterno, tra cristiani di diverse confessioni, raccolti in ascolto della grande tradizione della Chiesa d’oriente sul tema del discernimento e della lotta contro i pensieri malvagi, vera e propria palestra di libertà interiore, a cui tutti i cristiani sono chiamati. L’importante valenza ecumenica dell’incontro è testimoniata in particolare dalle parole di saluto e incoraggiamento pervenute dal papa Benedetto XVI, per il tramite del segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone, dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali e dal card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani; dal patriarca di Costaninopoli Bartolomeo I, dal patriarca di Mosca Kirill I , dal patriarca di Antiochia Ignazio IV, dal patriarca della Chiesa ortodossa romena Daniel I, dall’Arcivescovo di Atene Ieronymos, dal Catholikos di Tutti gli Armeni Karekin II, dal primate della Chiesa d’Inghilterra Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, dal metropolita di Malta e Italia Gennadios, dal metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Volodymyr, dal Rev. Samuel Kobia Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra.
Per la Chiesa Cattolica hanno preso parte ai lavori del Convegno il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e p. Milan Žust, s.j., del medesimo dicastero; il Cardinale Roger Etchegaray, vice decano del collegio cardinalizio, l’arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico, rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa; mons. Gabriele Mana, vescovo di Biella e ordinario del luogo, mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e segretario della Conferenza episcopale Piemontese, mons. Massimo Giustetti, vescovo emerito di Biella.
Il Patriarcato di Mosca è stato rappresentato dal vescovo Amvrosij di Gatčina, rettore dell’Accademia teologica di San Pietroburgo e capo della delegazione, da p. Dimitrij Ageev e dal dr. Aleksej Dikarev del Dipartimento per le relazioni esterne; presenti ai lavori del convegno anche l’arcivescovo Zosima di Elista e Kalmykija, e p. Pavel Velikanov, dell’Accademia teologica di Mosca. La Chiesa ortodossa di Grecia era presente con padre Savvas, delegato del Santo Sinodo, e l’archimandrita Iakovos (Bizaourtis), igumeno del monastero di Petraki.
Hanno inoltre partecipato al simposio i vescovi Porfirije di Jegar (Chiesa ortodossa serba) e Marc di Neamţ (Chiesa ortodossa romena), il metropolita Grigorij di Veliko Tarnovo e il vescovo Kiprian di Traianopol (Chiesa ortodossa bulgara), il vescovo Evlogij di Sumy, l’archimandrita Kirill (Hovorun) e il professor V. Bagrana (Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca), p. Adam Makaryan (Chiesa apostolica armena), delegato del Catholikos di tutti gli armeni Garechin II, il canonico Jonathan Goodall (Chiesa d’Inghilterra), rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il dr. Michel Nseir, delegato del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra.
Tra i numerosi partecipanti di ventun Paesi diversi sono da segnalare in modo particolare p. Michel Van Parys, p. Hervé Legrand e il prof. Antonio Rigo del Comitato Scientifico, p. André Louf, p. Vassilije Grolimund, p. John Chryssavgis, p. Andrew Louth, p. Georgij Kočetkov e i proff. Anatolij Krasikov e Alexeij Bodrov di Mosca, il prof. Petros Vassiliadis Decano della Facoltà di Teologia dell’Università di Tessalonica, il prof. Spyridon Kontoyannis dell’Università di Atene, il prof. Nikitas Aliprandis dell’Università di Komotinì, il prof. Gelian M. Prochorov, dell’Accademia delle scienze di San Pietroburgo, il prof. Kostantin Sigov di Kiev, il prof. Vassilis Saroglou di Louvain-la-Neuve, il prof. can. Hugh Wybrew di Oxford. Come ha testimoniato la straordinaria risposta da parte di monaci e monache, provenienti da monasteri ortodossi (Grecia, Russia, Bulgaria, Romania, Monte Sinai, Georgia, Armenia), cattolici e riformati (Belgio, Francia, Italia, Svizzera, Ungheria), i Convegni ecumenici di spiritualità ortodossa desiderano offrire uno spazio d’incontro fraterno tra le diverse chiese cristiane, di comunione e condivisione delle loro multiformi tradizioni spirituali, come ha ricordato nelle conclusioni, a nome del comitato scientifico, padre Michel Van Parys. Proprio per questo, dopo i ringraziamenti conclusivi, il priore di Bose ha già annunciato che la XVIII edizione del Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa si terrà dall’8 all’11 settembre 2010. Il tema sarà deciso nell’imminente riunione preparatoria del comitato scientifico e pubblicato nel sito della comunità.