13 agosto
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Nersēs Šnorhali (1102-1173)
monaco e pastore
Nel 1173 muore a Hromklay, in Armenia, Nersēs Šnorhali, monaco e catholicos degli armeni.
Nato nel 1102 presso la fortezza di Covk' da una famiglia di grande tradizione ecclesiale, Nerses entrò giovanissimo nel Monastero Rosso di K'esun assieme al fratello Grigoris. Ordinato presbitero nel 1120, venne assunto da Grigoris, nel frattempo divenuto catholicos, come collaboratore personale, e ricevette dalle sue mani l'ordinazione episcopale qualche anno più tardi.
Uomo di grande affabilità e di notevole cultura, Nerses si conquistò lo pseudonimo di Šnorhali, che indica un insieme equilibrato di dolcezza e amabilità, grazie alle grandi doti acquisite mediante l'ascesi monastica e manifestate per tutta la vita. Egli seppe infatti presiedere all'unità della propria chiesa e nel contempo intessere dialoghi con l'occidente latino e l'oriente bizantino, con cui l'Armenia non aveva più ristabilito la piena comunione dai tempi del concilio di Calcedonia.
Alla morte del fratello, nel 1166, Nersēs gli succedette alla guida della chiesa armena, ed ebbe così modo di condurre in prima persona la preparazione di quel sinodo di riconciliazione che sarà presieduto, dopo la sua morte, da Nersēs di Lambron.
Profondamente convinto che compito fondamentale di un pastore sia quello di servire l'unità della chiesa e fra le chiese, egli non cessò mai di ricordare a tutti come per costruire un'unità duratura siano necessarie una fede autentica e una carità radicata nell'adesione al cammino di abbassamento rivelato nella kenosi del Verbo.
TRACCE DI LETTURA
È Paolo a rivelarci come dev'essere un vescovo e come debba comportarsi: «Il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro» e via dicendo. Egli deve, con il potere affidatogli, mantenere incrollabili le strutture di quei templi inabitati da Dio che sono i fedeli. Egli è tenuto a dare loro, secondo il comando del Signore, il cibo della Parola al tempo dovuto, giorno dopo giorno.
Quando diciamo che il vescovo dev'essere mite, umile, onesto, ci vengono in mente Mosè e David, che furono autentici pastori del popolo di Israele. Allo stesso modo i nuovi pastori sono chiamati a pascere il gregge con umiltà e pace, comportandosi da pastori, appunto, e non con la pompa e gli eccessi dei principi di questo mondo.
Quando l'Apostolo richiama alla mitezza, egli insegna quell'umiltà che fu data come esempio da Cristo stesso: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore».
(N. Šnorhali, Epistola generale)
PREGHIERA
O santi traduttori,
che ci avete trasmesso la fede
sul modello del vero amore dei santi apostoli
prese in voi sussistenza
sgorgando come una fonte
lo Spirito dei doni,
sorgente inesauribile.
Venite, adoriamo la luce inesauribile.
LETTURE BIBLICHE
1Cor 12,4-11; Mt 7,6-12
Jeremy Taylor (1613-1667)
pastore
Nel 1667 muore in Irlanda Jeremy Taylor, vescovo anglicano di Down e Connor.
Nato nel 1613 in Inghilterra, Taylor compì i suoi studi a Cambridge. Ordinato presbitero nel 1633, egli divenne rettore di Uppingham cinque anni più tardi. Fatto cappellano del re Carlo I, alla morte di quest'ultimo Jeremy partì per l'Irlanda dove fu eletto vescovo di Down e Connor.
Autore di opere polemiche, abituato ad attingere sia alla lettura spirituale della Scrittura che al Book of Common Prayer, Jeremy Taylor è amato e ricordato nella chiesa anglicana soprattutto per i suoi insegnamenti sulla vita interiore, la preghiera e il senso cristiano della morte, caratterizzati, secondo la migliore tradizione anglosassone, dalla concretezza, dall'estrema sobrietà e dalla ricerca di una profonda unità tra l'esperienza religiosa e la vita di ogni giorno.
TRACCE DI LETTURA
Sebbene in un primo tempo non sia gradevole pensare a dedicare buona parte del nostro tempo ad atti espliciti di culto o di preghiera, tuttavia diverrà non solo un dovere, ma anche un fatto provvidenziale l'abbandono di ogni attività che ci è possibile lasciare per dedicarci al servizio di Dio e all'opera dello Spirito in noi. Il miglior commerciante è colui che spende il suo tempo per Dio e il suo denaro per i poveri.
(J. Taylor, Il santo vivere).
PREGHIERA
Dio santo e vivente,
che abiti nei cuori umani
e ci rendi partecipi della natura divina
in Cristo nostro sommo sacerdote,
accorda a noi che facciamo memoria
del tuo servo Jeremy Taylor
di riporre la nostra fiducia nelle tue promesse celesti
e di vivere conformemente ai tuoi comandi.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.
LETTURE BIBLICHE
1Re 3,6-10; Tit 2,7-8.11-14; Mt 5,17-20
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Jeremy Taylor, vescovo di Down e Connor, maestro della fede
Florence Nightingale (+ 1910), infermiera, riformatrice sociale
Octavia Hill (+ 1912), riformatrice sociale
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Ponziano, papa, e Ippolito, presbitero (III sec.), martiri (calendario romano e ambrosiano)
Ippolito, martire (calendario mozarabico)
COPTI ED ETIOPICI (7 misrā/naḥasē):
Annuncio a Gioacchino che Anna concepirà la vergine Maria
LUTERANI:
Radegonda (+ 587), benefattrice in Francia
Paul Richter (+ 1942), testimone fino al sangue in Sassonia
MARONITI:
Chiara di Assisi (+ 1253), monaca
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Chiusura della festa della Trasfigurazione
Traslazione delle reliquie di Massimo il Confessore (580-662)
Beniamino, metropolita di Pietrogrado e Gdovsk, Sergio, Giorgio e Giovanni (+ 1922), neomartiri (Chiesa russa)
Arsenio Ninozmindeli (+ ca 1018) (Chiesa georgiana)
SIRO-OCCIDENTALI:
Ciriaco (VIII-IX sec.), patriarca
VETEROCATTOLICI:
Massimo il Confessore (580-662) (vedi al 21 gennaio)