Dov’è lo scandalo?

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8 agosto 2024

Mt 15,10-20

In quel tempo 10Gesù, riunita la folla, disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! 11Non ciò che entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo!».
12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
15Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l'uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l'uomo».


Parole che scandalizzano alcuni scribi e farisei già piuttosto perplessi sull’atteggiamento dei discepoli di Gesù: non ci si aspetta che un rabbi permetta di trasgredire ciò che è dato per assodato, e invece Gesù fornisce addirittura una più solida base teologico-esistenziale alla trasgressione! Quante volte la Parola del Signore ha la capacità di rivoluzionare il nostro modo di pensare e di comportarci, se appena appena siamo disposti a farle spazio!

Il problema, per quel che ne possiamo capire, è quello delle regole di purità sacerdotale, legate a persone, situazioni e servizi particolari che, con un intento pio, venivano allargate a tutto e a tutti, facendole così passare, dall’essere strumenti e gesti simbolici che rimandano a qualcosa di più profondo e importante, e restando così tutto sommato funzionali alla vita, al diventare principi autonomi ed invasivi, che pretendono di conformare tutto a sé.

Mi chiedo quante volte è avvenuto ed avviene qualcosa del genere nella Chiesa e nelle nostre storie: la “monasticizzazione” di alcuni modi di pensare, usi e costumi, come il celibato applicato alla vita di coppia, fino a proporre come suo culmine l’astensione dai rapporti; la clericalizzazione delle strutture, e il pensare che quello che aiuta la mia vita umana e di discepolo debba andare bene in automatico per tutti…
“Precetti di uomini” che cercano di incarnare il “comandamento di Dio”, ma arrivano in questo modo ad oscurarlo fino a non illuminare più la via, ma ad accecare le guide e i seguaci.

Ascoltare e comprendere” come antidoto alle esagerazioni, allo scandalizzarsi, al precipitarsi a far uscire parole per difendere le proprie posizioni. Vale per tutti - Gesù riunisce la folla - ma in particolare per i discepoli. Un insegnamento sorprendentemente semplice: il fisiologico come argine al religioso, l’umano come luogo di interpretazione delle Scritture stesse, per certi aspetti loro criterio: il criterio dell’umanità, perché ciò che è veramente umano è veramente cristiano.

In contemporanea alla messa in discussione di ciò che ha l’apparenza del punto di riferimento stabile ed assoluto, una doppia rivelazione: non il “cibo che entra”, ma le “parole che escono” sono fonte di impurità, contaminano la vita e le relazioni! E ancora la puntualizzazione del “da dove” proviene in realtà ciò che è davvero problematico e andrebbe assolutamente purificato, l’eterno problema del cuore: “più ingannevole di ogni altra cosa è il cuore, non guaribile, chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori…” (Ger 17,9 ss.).
Sette cose cattive (numero simbolico di totalità) che escono dalla bocca ma hanno nel cuore la loro origine, tutte riferite alle relazioni umane (nell’ultima versione CEI anche l’ultimo termine, precedentemente tradotto con bestemmie, viene reso con maldicenze, diffamazioni, calunnie).

Alla fine Gesù riprende la critica iniziale di cui è stato oggetto e mostra come le sue parole vi rispondano: invita a preoccuparsi delle relazioni distorte e non di ciò che ha solo un valore simbolico, è accessorio e funzionale a qualcosa di ben più profondo ed importante. Invita a mantenere discernimento e vigilanza sul proprio cuore.

fratel Daniele