Distribuire e non trattenere

Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)
Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)

 

10 agosto 2024

Mt 15,29-39

In quel tempo 29Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. 30Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, 31tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
32Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». 33E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». 34Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.


Il vangelo di oggi è un testo che conosciamo bene e allora vorrei soffermarmi su tre verbi.

Si fermò”. Gesù sale sul monte e si ferma. Gesù che è sempre in cammino pone delle tappe nel suo camminare. Si ferma per riposare, per pregare, per godere dell’amicizia della casa di Betania. La vita è un cammino in cui è importante porre delle soste per ristorarsi, per stare con il Signore, per andare in profondità di noi stessi e se necessario fermarsi, lungo il cammino, come i discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,17) per ascoltare il Signore e cambiare direzione per poter ritornare a lui.

Gesù si ferma anche per aspettarci, si ferma e attorno a lui si raduna la folla. Nel suo camminare è desideroso di incontrare, di annunciare la buona notizia del Regno e la misericordia di Dio. Dio ci aspetta anche nei nostri cammini tortuosi o che portano lontano da lui, egli non ci abbandona, non ci perde di vista, è come il Padre della parabola che vede il figlio quando era ancora lontano e gli va incontro (cf. Lc 15,20). Il Signore è vicino, si ferma per noi, ci aspetta per poter continuare il cammino con noi, non ci lascia indietro! E nella vita, se ci fermiamo possiamo riconoscere e gustare questa presenza che è sempre accanto a noi.

Quaerens me sedisti lassus. “Signore, cercando me ti sei seduto stanco.”

Ebbe compassione”. Gesù è circondato da una folla di malati, di uomini e donne bisognosi di essere guariti da lui e sente compassione, si rende conto che nell’andare dietro a lui hanno dimenticato di mangiare e teme per queste persone, si prende cura di loro. La compassione è questo avere occhi per vedere il bisogno dell’altro e cercare di renderci disponibili a lui, accoglierlo per tentare di donargli ciò di cui ha bisogno. Questo richiede un decentramento da sé per saper far spazio all’altro, per desiderare la vita dell’altro.

Distribuivano”. Qui siamo davanti al vero miracolo, miracolo che ancora noi oggi possiamo compiere: distribuire e non trattenere. Quel poco che Gesù e i discepoli avevano, sette pani e pochi pesci, è diventato cibo in abbondanza per tutti. Non dobbiamo temere: quel poco che possediamo se distribuito, se fatto dono all’altro cresce, aumenta, sa saziare e donare vita. Dobbiamo avere il coraggio, non tanto di credere in noi, ma nel Signore che può fare cose grandi e con lui quel poco che noi siamo e abbiamo, se condiviso, può diventare sorgente di vita per chi è accanto a noi, per chi ci si fa vicino. L’importante è che le nostre mani siano aperte e non chiuse, allora il Signore porterà frutto nelle nostre vite donandoci fecondità e capacità di amare.

Signore aiutaci a saperci fermare, donaci occhi e cuore attenti ai bisogni degli altri e la capacità di condividere la nostra vita e ciò che possediamo.

 sorella Roberta