8 agosto 2024
Parole che scandalizzano alcuni scribi e farisei già piuttosto perplessi sull’atteggiamento dei discepoli di Gesù: non ci si aspetta che un rabbi permetta di trasgredire ciò che è dato per assodato, e invece Gesù fornisce addirittura una più solida base teologico-esistenziale alla trasgressione! Quante volte la Parola del Signore ha la capacità di rivoluzionare il nostro modo di pensare e di comportarci, se appena appena siamo disposti a farle spazio!
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5 agosto 2024
Matteo non dice che Gesù si mise a insegnare alle folle che lo seguivano, come riferisce invece Marco (cf. Mc 6,34). Matteo ci dice che Gesù prova compassione per queste folle e che si mette a curare i loro malati. Li cura probabilmente fino a sera, quando i discepoli gli fanno presente che queste folle hanno bisogno di mangiare, e gli suggeriscono di congedarle perché vadano a comprarsi i viveri.
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6 agosto 2024
Trasfigurazione è chiamata alla speranza; è intravedere in primizia il punto di arrivo del cammino salvifico di Dio: diventeremo belli, ciascuno, ogni creatura, al di là di ogni nostra possibilità! In questo viene riassunto tutto! Non tentare nessuna risposta, ma custodire un silenzio credente.
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3 agosto 2024
Erode ha delle buone intuizioni. Egli intuisce che tanto Giovanni quanto Gesù sono delle persone che hanno qualcosa da dire. Ma il problema per lui sta proprio in quello che dicono e in quello che fanno. Non è un caso che il brano di oggi, che ci parla dell’uccisione dell’ultimo profeta, Giovanni il Battista, segue il testo in cui anche Gesù si paragona ad un profeta, a partire dal disprezzo che ha subito proprio nella sua patria.
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2 agosto 2024
Gesù ritorna in patria, nel luogo che lo ha visto crescere e diventare uomo adulto. Torna “tra i suoi”, tra coloro con cui ha avuto familiarità per trent’anni… Gesù non fa qualcosa di diverso da ciò che ha fatto altrove dall’inizio del suo ministero: si reca in sinagoga, annuncia il Regno, insegna, si mostra per quello che è ed è sempre stato: un uomo innamorato di Dio.
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1 agosto 2024
Oggi facciamo memoria di S. Eusebio di Vercelli, primo pastore della nostra chiesa locale. Eusebio giunse a Vercelli nel 345. La chiesa gli ha riconosciuto il titolo di martire a causa delle sofferenze da lui subite per la fede. Fu condannato all’esilio dall’imperatore Costanzo per aver difeso il credo del concilio di Nicea. In lui possiamo incontrare la testimonianza di un credente che ha incarnato la Parola di Dio, che oggi è proposta alla nostra meditazione: la beatitudine dei perseguitati.
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31 luglio 2024
“C’è una cosa che si può trovare in un unico luogo al mondo: è un grande tesoro, lo si può chiamare il compimento dell’esistenza. E il luogo in cui si trova questo tesoro è il luogo in cui ci si trova”. Così Martin Buber, ne Il cammino dell’uomo commenta la storia di Rabbi Eisik, che aveva creduto di dover andare da Cracovia fino a Praga, a cercare un tesoro sotto il ponte del palazzo reale, per poi accorgersi che il tesoro si trovava sotto la stufa di casa sua. Ovviamente, questa storia, per essere accettabile, suppone che uno abbia una casa e magari anche una stufa, cioè abbia un luogo in cui possa trovarsi e in cui fare una vita dignitosa.
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30 luglio 2024
Mentre Gesù sta “proclamando cose nascoste” riguardanti il regno dei cieli l’evangelista Matteo inserisce un brusco passaggio: Gesù, congeda la folla ed entra in casa.
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29 luglio 2024
Oggi celebriamo gli “amici del Signore”: santi Marta, Maria e Lazzaro. È bello pensare che Gesù ha avuto, oltre i discepoli con i quali condivideva la vita, anche degli amici, una relazione affettiva speciale.
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27 luglio 2024
Stiamo leggendo in questi giorni il capitolo 13 del Vangelo secondo Matteo: ci vengono riportate parole di Gesù sul Regno dei cieli, immagini descritte anche dagli altri evangelisti per provare a delineare, o almeno a evocare, dei tratti del Regno che Gesù stesso è venuto ad annunciare e a rendere presente. Il regnare di Dio nella storia degli uomini e delle donne di ogni tempo trae spunto da immagini della quotidianità che Gesù stesso viveva: Dio ci viene incontro lì dove siamo.
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26 luglio 2024
Un commento alla pagina evangelica odierna appare superfluo, perché Gesù stesso ce lo offre spiegandoci il significato della parabola del seminatore.
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25 luglio 2024
Oggi facciamo memoria di S. Giacomo di Zebedeo apostolo, uno tra i primi chiamati alla sequela di Gesù. Fu testimone di alcuni degli eventi più importanti della vita di Gesù come la Trasfigurazione e il momento al Getsemani. Insieme al fratello Giovanni venivano soprannominati da Gesù come “figli del tuono”; doveva infatti avere un carattere forte, impulsivo e irruento.
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24 luglio 2024
La parabola del seminatore è la risposta di Gesù a una situazione che sta andando verso il fallimento da tutti i punti di vista. Le autorità religiose prima lo accusano di agire e parlare per conto di Satana, poi lo sfidano a mostrare segni potenti dal cielo; i parenti lo guardano con sospetto, le folle lo ricercano solo in modo interessato, i discepoli sono lenti e tardi a credere... Tutta una serie di ostacoli sembra impedire l’attuazione del Regno annunciato da Gesù, e in definitiva negarne la verità e l’autenticità.
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23 luglio 2024
Siamo al capitolo 12 di Matteo, capitolo in cui il conflitto tra Gesù e i farisei e gli scribi diventa più aspro (al v.14 i farisei “uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire” e al v. 38 alcuni scribi e farisei pretendono un segno e sono apostrofati da Gesù come “generazione malvagia e adultera”) e in cui Gesù rivela se stesso come colui che vive la parola profetica: “Voglio l'amore e non il sacrificio” (Os 6,6) e “Ecco il mio servo, che io ho scelto....Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia (Mt 12,18-20). Questo è un capitolo di passaggio nella predicazione di Gesù: egli ormai si rivolge sempre di più ai discepoli dopo aver constatato la mancata ricezione della sua parola da parte di farisei e scribi e la non affidabilità delle folle. Le folle ancora lo seguono (vedi 14,13), ma ad esse parla in parabole, la cui chiave interpretativa è riservata ai discepoli (v. 13,36).
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