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Guida alla conoscenza della Bibbia


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La scrittura necessita quindi di un’interpretazione che, come rivela un salmo (62,12: una parola ho inteso, due ne ho udite), non può che essere plurale. La tradizione rabbinica fa riferimento a settanta volti della Torà, ma anche tra i Padri della Chiesa Agostino ammonisce che “dalle stesse parole della Scrittura … si ricavano più sensi”.
Il testo biblico non può essere avvicinato come un qualcosa di cui semplicemente appropriarsi per aggiungere nozioni alla nostra conoscenza, ad esso, proprio in quanto dialogo tra l’uomo e Dio, si deve l’ascolto necessario per poter entrare in comunicazione, occorre comprenderlo “nella sua alterità, senza proiettarvi sopra le proprie precomprensioni e visioni: inevitabilmente limitate: la conversione comporta anche l’onestà intellettuale per cui si accetta di passare attraverso la fatica dell’ascolto del modo di pensare biblico per meglio comprendere il testo. Leggere il passo di Isaia 42,1-3 alla luce della figura dell’araldo babilonese consente di non banalizzare in senso morale o esortativo l’immagine del servo che non grida nelle piazze e che non spegne il lucignolo fumigante. In realtà, alla luce di questa figura, nota nel mondo babilonese, che annunciava nelle piazze il decreto di condanna a morte di un uomo affinché se c’erano testimoni che potevano scagionarlo si presentassero a deporre in suo favore, e che, se nessuno si presentava, si recava dal condannato e con il gesto di spezzare una canna e di spegnere una lampada decretava il carattere definitivo della sentenza di morte, si afferma che il Servo del Signore non viene per condannare o dare sentenze di morte, ma per dare vita, per salvare. E alla luce di questo si comprende meglio l’applicazione del testo isaiano a Gesù di Nazaret nel NT”. Il senso storico, la contestualizzazione dell’evento, insegnano qualcosa che permette di entrare nel senso spirituale in maniera più concreta.

Per passare al soggetto di questo insieme di libri, converrà domandarsi: chi è l’uomo biblico? È un uomo che piange, soffre, ama, desidera, mente, uccide, mangia, si relaziona, vive, insomma, non è il personaggio di un racconto, non è una figura astratta, è un uomo in cui antico e nuovo si fondono insieme, perché entrambi immagine e somiglianza del Volto. Come l’uomo biblico, l’uomo contemporaneo cammina, e paradossalmente apparentemente sembra anche tornare indietro, entra nella Terra e viene portato in esilio, vince le battaglie con la presenza di Dio e si perverte nel peccato. Tutti siamo chiamati a rileggere queste storie come un cammino alla scoperta di una nuova umanità, l’uomo nuovo, è la nostra vocazione di chiamati alla divinizzazione.

In questo, la Bibbia come Parola e Carne ha in sé lo svelamento del segreto della vita e della relazione tra gli uomini: “segreto della felicità, come della vita, come di una relazione umana riuscita, è l’accettazione del limite. E questa cosciente accettazione dei limiti che contrassegnano l’esistenza umana è anche al cuore della sapienza biblica”. Il riconoscimento e l’accettazione del limite consente di vivere la libertà, che non è essere solutus, sciolto da ogni legame, al contrario, non si può realizzare che nel legame, nel rispetto della libertà dell’altro. “Il superamento della violenza coincide con l’accettazione dell’alterità, quale che sia la forma in cui questa si presenta. Questa accettazione rende possibile la speranza. E rende possibile il rapporto tra uomo e donna, rende possibile la famiglia, la convivenza civile, le relazioni umane in genere. La Bibbia inoltre conduce l’uomo a umanizzarsi insegnandogli a dire la verità. Senza menzogne e mistificazioni, la Bibbia narra la condizione dell’uomo, dice la verità sulla vita e sulla morte, sull’odio e sull’amore, sull’eros e sulla violenza, sulle meschinità e sulle altezze sublimi cui possono giungere gli uomini. L’avventura umana esige un cammino di verità, di riconoscimento coraggioso e leale dei peccati e dei limiti che la segnano”.

Troveremo in questo testo una introduzione agli aspetti storici, letterari e contenutistici della Scrittura, a partire dai raggruppamenti tradizionali con cui è studiata e conosciuta: l’Antico Testamento composto del Pentateuco, dei libri storici, profetici e sapienziali; il Nuovo Testamento, con Vangeli, gli Atti degli apostoli, Lettere apostoliche, Apocalisse e apocalittica. L’intento, è quello di “indicare vie di umanizzazione e dunque rivolto a ogni uomo in ricerca di senso e di vie di convivenza tra diversi. Rivolto a ogni uomo che cerca di rendere più vivibile e umana la città”.