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Guida alla conoscenza della Bibbia


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In ogni passaggio della Scrittura, in ogni libro, se così si può dire, troviamo espresse non attribuzioni filosofiche, ma manifestazioni del Volto di Dio, vi si mostrano in qualche modo quegli elementi che consentono di cogliere la sua presenza, i suoi interventi, le sue azioni nella vita di ogni uomo di ogni tempo. “Azioni e interventi che esprimono la volontà di Dio di comunicare con l’uomo e di entrare in comunione con lui. Questa volontà è espressa dalla nozione di Spirito di Dio, Spirito santo, che è realtà relazionale che indica la libera volontà di Dio di entrare in comunione con la creazione e, in particolare, con l’uomo, con il popolo d’Israele, ma è espressa soprattutto dalla categoria della Parola. Il Dio che parla pone l’uomo nella situazione fondamentale dell’ascolto e fa di lui un partner. La qualità di popolo di Dio dei figli d’Israele dipende dal loro ascolto di Dio: ‘Se voi darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza voi, sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli’ (Es I9,5); ‘Ascoltate la mia voce, ed eseguite quanto vi comando ... e io sarò il vostro Dio’ (Ger II,4)”.

Sostanzialmente tre sono,  secondo l’autore, i punti che possono riassumere il modello della relazione con Dio che scaturisce dalla mediazione con la Parola: in primo luogo, è appunto un modello relazionale, non di “fusionalità o immedesimazione … nel rispetto della differenza e dell’alterità (evitando la tentazione di “diventare come Dio”: Gen 3,5)”; in secondo luogo, chiede all’uomo di relazionarsi responsabilmente agli altri uomini “(a differenza di Caino che si sottrae alla responsabilità di essere custode di suo fratello: Gen 4,9)”; in terzo luogo, chiede all’uomo di restare nella storia, lo invita a cercare Dio nella quotidianità della propria vicenda umana “non in esperienze estatiche o entusiastiche (come i profeti d’Israele e a differenza dei falsi profeti)”.

La lettura di questo testo potrà sembrare ad alcuni didattica, altri potrebbero a fatica entrare nei vari argomenti, c’è un approccio esplicativo della formazione e della struttura dei vari Libri che certamente potrebbe risultare faticoso e persino per taluni lontano dalla pratica della fede. Eppure, credo che molti, applicandosi alla sua lettura e studio, vi potranno rinvenire con un po’ di impegno, un aiuto reale ad entrare nella Parola. Faccio riferimento, tra gli altri argomenti, ai capitoli dedicati all’esperienza dei profeti e al loro messaggio, alla spiegazione di cosa sia la profezia e ai libri sapienziali, alla terminologia della sapienza, Chokhmah, che viene indicata spesso come il contrario di “stolto, incapace, dissennato, ingenuo, inesperto, insensato, imprudente, cinico, beffardo…”.

È una lettura cui è auspicabile applicarsi, da farsi a brevi passi, piccoli sorsi, per scoprire in essa una via per apprendere “la sapienza” e come attualizzarla nelle proprie vite. Sostanzialmente un invito a cercare di entrare nei significati a partire dalla Scrittura come “storia sacra” e in quanto storia, oltre che allegoria, indicazione morale e spirituale, nella consapevolezza che il tempo, quello in cui il Libro viene scritto, come quello in cui un evento narrato si svolge, non può essere dimenticato a favore di altri criteri interpretativi, perché è nel tempo che si svolge il cammino umano, dalle origini fino alle scritture apocalittiche. Chi ha maggiore dimestichezza con testi illuminanti, ma articolati e complessi, come questo, è chiamato a farne tesoro e a frammentarli in cibo buono per tutti, perché a ciascuno sia fornita una luce per la comprensione ulteriore della Parola letta, ascoltata, chiamata a diventare carne nelle nostre vite.

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LUCIANO MANICARDI
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© Edizioni Qiqajon 2009