La fretta nella preghiera, così come il senso di stanchezza, sono il segno che ti aggrappi al tempo materiale, privo delle benedizioni dello Spirito e delle aspirazioni all'eternità. La percezione del tempo materiale, dell'importanza dei minuti, delle ore, delle azioni umane temporali che ti attendono dopo la preghiera, contribuisce a soffocare in te lo Spirito e a impedirti di godere della percezione dell'eternità e di vivere in essa durante la preghiera.
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Abbiamo ascoltato dal discorso della montagna, discorso fatto al popolo della nuova Alleanza da parte di Gesù alcune parole riguardanti la preghiera, il digiuno e la condivisione. E’ significativo che Gesù conferma la necessità della preghiera, la prassi del digiuno praticata all’interno del giudaismo e la bontà della condivisione dei beni con i poveri.
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L'incontro con il Cristo e l'adesione a lui comporta rotture e tagli: «Nessuno può servire a due padroni... non potete servire a Dio e a Mammona» (Mt 7,24). Abituato a vivere in una società caratterizzata dal «ritorno degli dèi», da un nuovo politeismo; una società che non conosce più il rigoroso aut-aut, ma legittima tutto sponsorizzando una cultura dell'et-et, il giovane è tentato di far convivere schizofrenicamente in sé il riferimento a Cristo con comportamenti e riferimenti «altri» che alla lunga non possono che svelare la loro incompatibilità.
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